Guida al cinema horror made in Italy. Vol. 2: 2014-2022 - Gian Luca Castoldi - copertina
Guida al cinema horror made in Italy. Vol. 2: 2014-2022 - Gian Luca Castoldi - copertina
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Guida al cinema horror made in Italy. Vol. 2: 2014-2022
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Descrizione


In ordine alfabetico, questo libro contiene trame, schede tecniche, cast, note critiche, curiosità e corredo fotografico dei circa 150 film thrillinge fanta-horror realizzati in Italia tra il 2014 e il 2022 da Dario Argento, Pupi Avati e tanti altri registi noti, giovani o non ancora affermati...

Dettagli

20 ottobre 2022
264 p., ill. , Brossura
9791280618160

Valutazioni e recensioni

  • pam
    Una collezione di inesattezze

    Al di là della scelta dei film recensiti, spesso incoerente con il titolo del libro, ciò che sorprende maggiormente è la quantità e la portata degli errori presenti. Purtroppo non si tratta di refusi sfuggiti al lavoro di editing (che, in verità, sembra del tutto assente) ma convinzioni errate che chi scrive tende a reiterare. Ad esempio, per Castoldi: Louis Nero (all’anagrafe Bianconi) è figlio di Franco Nero (nato Sparanero); Jean Jacques Renou scrisse nel 1876 “Fantasticherie di un passeggiatore solitario” (peccato che Jean-Jacques Rousseau sia morto nel 1778); Lovecraft ha firmato, molto cristianamente, “Il colore venuto dal cielo”; l’effetto flou (letteralmente “sfocato”) è un fenomeno di fluorescenza; Polignano a Mare (Bari) si trova nel Salento; il primo film a soggetto della storia del cinema è “Viaggio sulla luna” del 1904 (ahimè, anche a restituire a “Viaggio nella luna” la sua datazione originaria, 1902, non ha questo primato)… l’elenco potrebbe continuare. Il punto è che il testo è inattendibile sotto ogni aspetto: i nomi di cast e troupe sono spesso sbagliati. Pure i titoli vengono mutati senza ragione: “L’ombra del lupo” lo si trova come “La voce del lupo”. Il dittico de “Il ragazzo invisibile” appare alla lettera G (no, il titolo originale non è “Il gazzo invisibile”). C’è poi da considerare che la qualità della forma non è esaltante; si possono leggere passaggi come “il degrado delle periferie degradate” o “ambientato in un prossimo (ma non troppo distante) futuro”. Il contenuto è ancora più discutibile; basta poco per accorgersi che Castoldi ha idee di destra, molto a destra: si vedano come reinventa la trama di “Go home”, i termini usati e le opinioni espresse quando deve tirare in ballo omosessualità, partigiani, immigrazione e vaccini. Per rendere l’idea, riporto l'ultima frase di una recensione: “un horror che prende spunto dal tentativo di cambiamento razziale e sociale che alcuni stanno cercando di imporre all’Italia e agli italiani”. Ah beh!

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