Ho (quasi) messo a posto i miei libri. Diario fra il Covid e la maturità - Giulia Canteri - copertina
Ho (quasi) messo a posto i miei libri. Diario fra il Covid e la maturità - Giulia Canteri - copertina
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Ho (quasi) messo a posto i miei libri. Diario fra il Covid e la maturità
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Descrizione


Giulia Canteri, una diciottenne alle prese con la maturità - spartiacque fra un mondo conosciuto e quello che si dovrebbe aprire dinnanzi - affida al proprio io - sotto le mentite spoglie di un diario - tutte le sensazioni provate durante il lockdown generale, imposto nei mesi di marzo ed aprile 2020 dal governo italiano, per fronteggiare l’epidemia da Covid 19. Giorno dopo giorno la giovane autrice - al suo esordio letterario - annota le sensazioni, le speranze, i dubbi; le paure, le crisi d’ansia, i sogni; nel fermo imposto dal lockdown ripensa alla vita vissuta, fra dolori e soddisfazioni, ripensa ai propri rapporti con il mondo, dai genitori alle amiche, dalla sorella all’amico del cuore. Tutto con i libri, attraverso i libri. Mettendoli “a posto” fisicamente nella libreria è come se Giulia tentasse di riordinare i propri pensieri, per prepararsi alla vita futura “da adulta”.

Dettagli

15 marzo 2021
Brossura
9788832250442

Valutazioni e recensioni

  • Ely
    Una mente che osserva una mente

    Questa recensione sarà un po’diversa dal solito, per questo la faccio precedere da un piccolo cappello introduttivo. Ho avuto (finalmente) modo di leggere il libro di Giulia. Dico questo perché finora quel libro mi guardava dalla libreria e tutte le volte che finivo un volume e volevo iniziarlo, sembrava mi dicesse: “non ora, aspetta”, quasi dovesse trovare un suo tempo. In questi giorni ho iniziato l’ultimo anno di un grande percorso e sono spesso a casa, dove le responsabilità non sono imposte dall’alto, ma devono necessariamente essere autoimposte. Ecco che quel libro si è fatto prendere e in quelle pagine, mi sono ritrovata nello stesso mood di quella Giulia che era a casa tra l’ultimo anno di liceo, il Covid, una libreria da sistemare e mille pensieri per la testa. Sentire quello che a tutti gli effetti è il diario di Giulia, le sue osservazioni, i suoi pensieri e il suo tentare di dare un senso a giorni sempre uguali, dar loro uno scopo, una finzione di diversità rispetto al giorno precedente, ma soprattutto ordinare i pensieri nella sua mente di pari passo con i suoi libri, osservare i suoi oggetti e rievocare ricordi, rievocare ulteriori riflessioni, tirare somme della propria vita fino a quel momento, è stato come sentire un’anima affine. È stato come essere ospite di un’altra mente molto vicina alla propria, ma riuscendo a osservarla dall’esterno. In questo libro, Giulia esplora il rapporto profondo che ognuno di noi ha con i propri libri e con ciò che rappresentano: memoria, identità e desideri non espressi. Giulia si distingue per uno stile narrativo fresco e ironico, capace di strappare un sorriso anche quando ci invita a confrontarci con le nostre piccole disorganizzazioni e contraddizioni quotidiane. Comprendo che questa recensione non sia dello stesso tono che uno di solito, ma ho voluto lasciarla così, personale, soggettiva, come il diario che mi ha tenuto compagnia in questi giorni e con cui mi sono sentita non sola.Questa recensione sarà un po’diversa dal solito, per questo la faccio precedere da un piccolo cappello introduttivo. Ho avuto (finalmente) modo di leggere il libro di Giulia. Dico questo perché finora quel libro mi guardava dalla libreria e tutte le volte che finivo un volume e volevo iniziarlo, sembrava mi dicesse: “non ora, aspetta”, quasi dovesse trovare un suo tempo. In questi giorni ho iniziato l’ultimo anno di un grande percorso e sono spesso a casa, dove le responsabilità non sono imposte dall’alto, ma devono necessariamente essere autoimposte. Ecco che quel libro si è fatto prendere e in quelle pagine, mi sono ritrovata nello stesso mood di quella Giulia che era a casa tra l’ultimo anno di liceo, il Covid, una libreria da sistemare e mille pensieri per la testa. Sentire quello che a tutti gli effetti è il diario di Giulia, le sue osservazioni, i suoi pensieri e il suo tentare di dare un senso a giorni sempre uguali, dar loro uno scopo, una finzione di diversità rispetto al giorno precedente, ma soprattutto ordinare i pensieri nella sua mente di pari passo con i suoi libri, osservare i suoi oggetti e rievocare ricordi, rievocare ulteriori riflessioni, tirare somme della propria vita fino a quel momento, è stato come sentire un’anima affine. È stato come essere ospite di un’altra mente molto vicina alla propria, ma riuscendo a osservarla dall’esterno. In questo libro, Giulia esplora il rapporto profondo che ognuno di noi ha con i propri libri e con ciò che rappresentano: memoria, identità e desideri non espressi. Giulia si distingue per uno stile narrativo fresco e ironico, capace di strappare un sorriso anche quando ci invita a confrontarci con le nostre piccole disorganizzazioni e contraddizioni quotidiane. Comprendo che questa recensione non sia dello stesso tono che uno di solito, ma ho voluto lasciarla così, personale, soggettiva, come il diario che mi ha tenuto compagnia in questi giorni e con cui mi sono sentita non sola.

  • Pagine ben scritte, con notevoli sequenze descrittive e numerosi spunti di riflessione che lettori coetanei dell'autrice, e non solo, sicuramente apprezzeranno. Ciò che maggiormente emerge è però l'assoluta sincerità, la mancanza di filtri con cui Giulia Canteri presenta sé stessa e il suo mondo, fatto di amici, familiari, insegnanti e storie che escono (ed entrano) da quei libri che, un po' alla volta ha cominciato a mettere al loro posto.

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