L'ho uccisa perché l'amavo - Loredana Lipperini,Michela Murgia - copertina
L'ho uccisa perché l'amavo - Loredana Lipperini,Michela Murgia - copertina
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Letteratura: Italia
L'ho uccisa perché l'amavo
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Descrizione


Anni di storie, veicolate da libri, film o melodrammi, ci hanno abituato a pensare che uccidere una donna che fugge, che si nega, è qualcosa che può essere tollerato. È chi uccide che va compreso, perché in preda a un raptus o troppo innamorato. Ma chiamare gelosia l’ansia del controllo perso e amore il rifiuto di accettare la libertà dell’altra persona è un’insopportabile manipolazione del significato delle parole. Un invito potente a riconsiderare il linguaggio con cui parliamo di femminicidio, e a non cedere alle narrazioni che tendono a giustificare o minimizzare la violenza di genere.

Lo schema è sempre lo stesso: lei gli dice che vuole lasciarlo, o lo ha appena lasciato, ma accetta volentieri di rivederlo. E lui, quel lui che verrà descritto così mite e disperato, arriva all’appuntamento con un coltello o una pistola o una tanica di benzina, oppure con le mani sole. Nella testa un pensiero fisso: o mia o di nessun altro. Secondo l’Istat, in Italia più di cento donne vengono uccise ogni anno da uomini che spesso, come recita il titolo di questo saggio, dichiarano di amarle. Tutti episodi di violenza che nella maggior parte dei casi vengono poi commentati sui giornali, sui social, in tv. Solo che quando leggiamo la notizia di un femminicidio, ancora troppo spesso leggiamo la storia e la prospettiva di chi quel gesto l’ha compiuto, e quasi mai di chi l’ha subito. Di volta in volta si partecipa, con le parole che la raccontano, alla violenza contro le donne, parlando di delitto passionale, di gelosia, di raptus, oppure di depressione, e la vittima viene cancellata, come se non fosse al centro della vicenda e non avesse diritto – neppure da morta – al proprio punto di vista. Dunque bisogna imparare a parlare di femminicidio. Dobbiamo farlo tutti: perché siamo ormai, ognuno nel proprio ambito, comunicatori. Dobbiamo trovare le parole. Loredana Lipperini e Michela Murgia le hanno trovate e ce l’hanno donate con questo libro: sta a noi raccogliere il testimone.

Dettagli

21 ottobre 2025
96 p., Brossura
9788806268978

Conosci l'autore

Foto di Loredana Lipperini

Loredana Lipperini

1956, Roma

Loredana Lipperini è giornalista e scrittrice. Collabora da molti anni con le pagine culturali de “la Repubblica” e de “Il Venerdì di Repubblica”. È stata una delle voci storiche di Radio Tre, in particolare Fahrenheit, e si occupa di libri. Ha scritto saggi e romanzi per adulti (Ancora dalla parte delle bambine, Feltrinelli 2008; Non è un paese per vecchie, Feltrinelli 2010; Di mamma ce n'è più d'una, Feltrinelli 2013; Magia nera, Bompiani 2019; La notte si avvicina, Bompiani 2020; Le scrittrici della notte, il Saggiatore 2021; Nome non ha. Cercando la Sibilla, Hacca 2021; e uno per bambine e bambini che si intitola Pupa (Rrose Sélavy, 2013). Su suggerimento dei suoi gatti, ha scritto anche un libro su di loro: Il senzacoda...

Foto di Michela Murgia

Michela Murgia

1972, Cabras

Michela Murgia (Cabras 1972 - Roma 2023), intellettuale, attivista e scrittrice, è tradotta in ol-tre venticinque paesi, in tre continenti, e ha ricevuto numerosi premi — tra cui il Campiello, il SuperMondello e il Cavalierato delle Arti e delle Lettere del ministero della cultura francese.Dopo aver svolto diversi lavori (spesso precari) ha esordito nel 2006 con Il mondo deve sapere, che ha ispirato il film di Paolo Virzí Tutta la vita davanti. Per Einaudi ha pubblicato: Viaggio in Sardegna (2008), Accabadora (2009), Ave Mary (2011), L’incontro (2012), Chirú (2015), Futuro interiore (2016), Istruzioni per diventare fascisti (2018), Stai zitta (2021), e God Save the Queer (2022). Con Chiara Tagliaferri ha scritto Morgana. Storie di ragazze che tua madre non...

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