L' idiota - Fëdor Dostoevskij - copertina
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Letteratura: Russia
L' idiota
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Descrizione


«La sua innocenza è tutt'altro che innocua, e a ragione gli altri ne hanno terrore» – Hermann Hesse

Il principe Myškin, giovane aristocratico malato e puro, dolce e strano, è l'archetipo della bellezza morale. Un uomo «totalmente splendido», frammento del Cristo, attorno a cui prende vita quel mondo di tragedie e macchiette che è la Russia dell'Ottocento. L'idiota fu scritto freneticamente da un Dostoevskij incalzato dai debiti, tormentato dagli attacchi di epilessia, attratto dalla roulette: uno scrittore che, pur nell'abisso della disperazione, ha saputo darci un'opera luminosa, un libro il cui valore artistico va addirittura oltre la qualità letteraria. Nell'Idiota, amato da generazioni di lettori, il realismo fantastico di Dostoevskij si misura con l'altissimo obiettivo di dare una rappresentazione artistica dell'uomo assolutamente buono.
Introduzione di Igor Sibaldi. Con un saggio di Hermann Hesse.

Dettagli

Tascabile
24 novembre 2016
XLVIII-909 p., Brossura
Idiot
9788804671886

Valutazioni e recensioni

  • Crissy
    Faticosamente bello

    La lettura di questo romanzo è avvincente, ma allo stesso tempo complessa. La maniera di scrivere di Dostoevskij è, naturalmente, molto complessa: è composta dall'utilizzo di periodi molto lunghi, spesso con riferimenti a fatti storici o a elementi storici degni di una nota a pié di pagina. Questo rende la lettura del romanzo più difficoltosa, e nel farlo ci si deve concentrare in maniera non indifferente. La storia narrata è complessa, ma allo stesso tempo molto bella. Alla fine del libro si ha un colpo di scena, nessuno si sarebbe aspettato un finale del genere. Sinceramente ne sono rimasta abbastanza allibita leggendo la fine, non pensavo si potesse tornare a un inizio. Perché sì, il finale racchiude l'inizio. Possiamo definire una struttura circolare ciò che comanda il libro. Si parte con una determinata descrizione del principe e si termina con quella condizione. I protagonisti di questo romanzo sono decisamente complessi e molto articolati. Le storie che si vengono a creare tra loro sono molte, complesse, ma alla fine piano piano si districano. Si capiscono le varie amicizie e le varie intenzioni andando avanti nella lettura del libro. Spesso si vengono a creare intrecci strani di personaggi, a volte implausible, ma ciò rende il libro ancora più avvincente e interessante per il lettore. Termino dicendo che questo libro ha moltissimo potenziale, ma non è da sopravvalutare, perché nella storia si trovano anche degli elementi davvero grotteschi, che spesso non vanno d'accordo con alcuni personaggi del romanzo.

  • "La bellezza salverà il mondo": è questa la verità da idiota, l'idea con la quale il giovane principe Mishkin entra in società, dopo aver passato molto tempo in una clinica Svizzera a curare la sua epilessia. Nel romanzo l'azione si riduce a poco; l'attenzione è rivolta esclusivamente all'analisi interiore del protagonista e gli eventi servono solo a mettere in luce le sue idee. Con questa opera Dostoevskij continua la sua analisi del bene e del male, filo conduttore di tutta la sua bibliografia: se con "i demoni" si proporrà di rappresentare il male, con "l'idiota" a venire a galla è il buono, incarnato appunto dal giovane Mishkin. La verità che il principe si propone di portare alla gente è quella della semplicità, della "ricerca del bello" intesa come amore per le piccole cose e, principalmente, amore del prossimo: E' su quest'ultimo punto, l'amore incondizionato verso chiunque, che il povero protagonista troverà grandi difficoltà, dal momento che tutti tenteranno di raggirarlo e verrà considerato, appunto, alla stregua di un povero idiota. La sua bontà e la purezza d'animo risalterà soprattutto dal suo amore verso la "signora delle camelie" russa Nastas'ja Filippovna, una donna ingiustamente etichettata da tutti come corrotta e perduta. A capire la sua profondità e purezza d'animo è solo Mishkin, che scorgerà in lei una bellezza sincera, reale. Questa passione tormentata, respinta dalla bella e fatale Nastas'ja, e che condurrà il principe alla sua rovina, è soltanto l'apice di una fine lenta, inesorabile, a cui il protagonista è fatalmente destinato, in virtù delle sue idee, della sua concezione delle cose, che potremmo definire rivoluzionarie, e pertanto osteggiate da chiunque incontri nel suo cammino. Trovandomi ad esprimere un giudizio sull'opera, non posso che attrubuirle il massimo dei voti, dal momento che per me rappresenta la vetta artistica di uno dei miei autori preferiti. La lucidità con cui Dostoevskij traccia il profilo del protagonista, permettendoci di scorgere, via via che si prosegue nella lettura, la sua "verità da idiota", mi ha notevolmente impressionato, facendomi apprezzare questo romanzo più di tutti i suoi altri grandi capolavori, magari più conosciuti e apprezzati, quali "delitto e castigo" e " I fratelli Karamazov". Da un punto di vista stilistico e di forma, inutile dire che il libro incarna perfettamente lo stile dell'autore: la narrazione è tetra, claustrofobica, a tratti asfissiante. Dietro questa scorza rude ma al tempo stesso piacevole si trova un messaggio di estrema attualità e potenza, un rimedio per risollevare le sorti di un mondo ormai dato per spacciato: La bellezza salverà il mondo.

  • Dostoevskij,da infervorato cristiano e psicologo provetto qual è,studia la centrale figura di Cristo cercando di tracciarne,in termini moderni,un dettagliato profilo psicologico che ricusi la banale qualifica di "bontà sconfinata";il risultato è il principe Myskin. Già dalla prima apparizione,dopo un iniziale sconcerto,il protagonista,in forza della semplicità di modi,dell'ingenuità disarmante e della schiettezza smaliziata,riesce immediatamente simpatico tanto agli altri personaggi quanto al lettore. Uno straordinario discernimento unito ad una profonda sensibilità danno a costui capacità empatiche uniche. Assolutamente da leggere!

Conosci l'autore

Foto di Fëdor Dostoevskij

Fëdor Dostoevskij

1821, Mosca

Fëdor Dostoevskij è stato un autore russo, considerato uno dei pensatori e romanzieri più influenti dell'Ottocento. Figlio di un medico, un aristocratico decaduto stravagante e dispotico, crebbe in un ambiente devoto e autoritario. Nel 1837 gli morì la madre, da tempo malata, e Dostoevskij venne iscritto alla scuola del genio militare di Pietroburgo, istituto che frequentò controvoglia, essendo i suoi interessi già risolutamente indirizzati verso la letteratura (risalgono a quegli anni le sue prime letture importanti: Schiller, Balzac, Hugo, Hoffmann). Diplomatosi nel 1843, rinunciò alla carriera che il titolo gli apriva e, lottando con l’indigenza e con i disagi di una salute cagionevole, cominciò a scrivere: il suo primo...

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