In gratitudine
di Jenny Diski
Una dichiarazione di amore per la vita, il potere delle parole e l'orgoglio dell'esperienza
«Un memoir indimenticabile, a cavallo fra il "Requiem" e lo "Stabat Mater", che mescola un "diario del cancro" ai ricordi di un'adolescenza difficile, passata in casa di Doris Lessing» – Robinson-La Repubblica
“Cos’è che non saprò, quando non sarò più una macchina conoscente? Com’è possibile che il nulla sia nulla? Datemi una mano, filosofi, non resta molto tempo. O è soltanto una danza, una quadriglia fatta della zuppa di lacrime di Alice. Alice non ne ha, di lacrime. Be’, questo è quello che sapete voi. Io ho nuotato a dorso in queste lacrime. Volete fare una gara?”
Nell'agosto del 2014 Jenny Diski riceve la diagnosi definitiva: ha un cancro ai polmoni inoperabile. Non sa come reagire, e decide di fare la cosa che sa far meglio: scrivere. Rifiutando il cliché del diario di una malattia, Diski guarda il mostro negli occhi, racconta emozioni e paure, e per la prima volta narra la sua esperienza con Doris Lessing, la scrittrice premio Nobel che la accolse in adolescenza, imprimendo alla sua vita una svolta fondamentale. Dopo un'infanzia tormentata e dopo aver passato anni in un ospedale psichiatrico, entrare in casa di Doris Lessing significa per Jenny entrare in contatto con una famiglia estranea. È una storia di gratitudine/ingratitudine, perché al suo interno covano la rabbia e la paura, la speranza e l'autonomia. Anche nella storia della malattia, dell'affrontare il destino della malattia e delle cure, covano questi stessi sentimenti. È questo il fulcro del libro, questo rapporto tra la vita e la morte, tra la malattia e le cure, tra il dolore e la speranza, tra l'amore passato e quello presente e il futuro. )
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