Molto interessante, racconta con buona sincerità un periodo di cui si conosce poco, e in maniera parziale e spesso di parte. Lo stile di scrittura a mio parere è entusiasmante, niente punteggiatura, niente maiuscole, alcune righe e poi un po' di spazio, come se fossero lunghi periodi. Trasmette l'ansia, la violenza, la velocità, il disorientamento di chi visse in prima persona i fatti politici degli anni settanta.
Gli invisibili
Protagonista del romanzo è quella nuova generazione di "proletari" che verso la metà degli anni Settanta inaugura la rivoluzione del quotidiano, il rifiuto del lavoro, l'occupazione delle case e degli spazi sociali, lo sciopero selvaggio e si esprime in forze nel grande movimento del '77. Qui Balestrini ricostruisce l'epica di un'insurrezione gioiosa e dirompente sulla quale si abbatterà la profonda violenza del carcere e della criminalizzazione. E sono proprio le pagine dedicate al carcere che più colpiscono il lettore, lasciandolo completamente attonito di fronte alla narrazione di una delle rivolte carcerarie più cruente della storia italiana.
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Autore:
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Editore:
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Anno edizione:2005
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In commercio dal:1 febbraio 2005
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Diego Luise 19 dicembre 2012
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