Ho letto "Io che miro il Tondo" e sono rimasta folgorata! Mi è piaciuto tutto di questo libro: la trama, i personaggi, il modo di scrivere: tutto è davvero originale ed avanti anni luce. La storia, stravagante e visionaria: il finto galeone dove svariati personaggi pittoreschi partono da Santa Cruz (Santa Croce Sull'Arno) per improbabili o probabili missioni verso luoghi avventurosi ed immaginari. Le serate estive passate in altrettanti variopinti locali, con contorno di pirati, musicisti e malavitosi sui generis. Mi piace tantissimo il suo modo di scrivere: i verbi inventati da lui, ( un po' come fa la mi' mamma, a detta del mio uomo) le parole artefatte....il suo incedere nel portare avanti l'azione veloce e frizzante. E' uno stile giovanile, visionario e coraggioso, libero e al di fuori di ogni clichè: non si può paragonare a nessuno, perchè nessuno ha mai avuto un'idea così. Questo romanzo pone Don Backy come grande romanziere europeo; noi lo conosciamo prevalentemente come cantante, musicista e compositore, ma vale la pena leggere questo suo libro per entrare davvero in un mondo magico ed incantevole, una storia senza tempo ( a tratti mi ha ricordato le strampalate storie di Pippi Calzelunghe), dove tuttavia l'autore non rinuncia con il suo fine umorismo mai becero ( come succede a tanti toscani...) e mai scontato a raggiungere l'animo in profondità. Si percepisce a tratti anche il suo vissuto: tutte le cose che gli succedevano in bene e in male durante quegli anni, splendori ed oscurità che convergono in una continua avventura e in continue emozioni. Il tutto ci pone anche a svariate riflessioni: sulla vita, su un certo mondo dorato e patinato, dove lui è entrato, sugli umani ed i loro imprevedibili comportamenti. Da quanto è bello, penso proprio che me lo rileggerò, non fosse che per ridere di quei termini non-sense che lui adopera, i verbi coniati da lui, i controsensi demenziali e gli incredibili giochi di parole! Una boccata d'aria fresca in mezzo al prevedibile e al consueto. Io non ho trovato "confusione" come hanno espresso alcune recensioni....anzi mi ci sono trovata da subito in sintonia. Ci si potrebbe fare anche un film in stile Tarantino o meglio ancora in stile Gabriele Mainetti.
Io che miro il tondo
Che cos’è questo libro? Un romanzo? Una storia d’amore? La favola dell’amicizia? Un sogno? Senza dubbio una delle cose più anomale e inclassificabili che siano mai state scritte in Italia. Seguendo i suoi idoli Calvino e Céline, uno dei più noti cantautori di sempre mandò nel 1967 il suo scritto a Feltrinelli, che lo accolse sulle prime con scetticismo. All'uscita del volume L’Espresso, parlò di «pessimismo lucido e totale, evocato da uno stile dai tratti céliniani». Con quella che oggi, cinquant’anni dopo, propone finalmente come la «sua» edizione, Don Backy torna sulla sua creatura e definendola nel modo in cui avrebbe voluto farlo allora. Forse soltanto con un pizzico di nostalgia in più.
-
Autore:
-
Editore:
-
Collana:
-
Anno edizione:2017
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
-
Cecilia Ciaschi 08 febbraio 2021
Le schede prodotto sono aggiornate in conformità al Regolamento UE 988/2023. Laddove ci fossero taluni dati non disponibili per ragioni indipendenti da Feltrinelli, vi informiamo che stiamo compiendo ogni ragionevole sforzo per inserirli. Vi invitiamo a controllare periodicamente il sito www.lafeltrinelli.it per eventuali novità e aggiornamenti.
Per le vendite di prodotti da terze parti, ciascun venditore si assume la piena e diretta responsabilità per la commercializzazione del prodotto e per la sua conformità al Regolamento UE 988/2023, nonché alle normative nazionali ed europee vigenti.
Per informazioni sulla sicurezza dei prodotti, contattare productsafety@feltrinelli.it