Recensioni Io che miro il tondo

Io che miro il tondo di Don Backy
Che cos’è questo libro? Un romanzo? Una storia d’amore? La favola dell’amicizia? Un sogno? Senza dubbio una delle cose più anomale e inclassificabili che siano mai state scritte in Italia. Seguendo i suoi idoli Calvino e Céline, uno dei più noti cantautori di sempre mandò nel 1967 il suo scritto a Feltrinelli, che lo accolse sulle prime con scetticismo. All'uscita del volume L’Espresso, parlò di «pessimismo lucido e totale, evocato da uno stile dai tratti céliniani». Con quella che oggi, cinquant’anni dopo, propone finalmente come la «sua» edizione, Don Backy torna sulla sua creatura e definendola nel modo in cui avrebbe voluto farlo allora. Forse soltanto con un pizzico di nostalgia in più.)
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