“Io mi sono sempre sentito diverso da quelli che guardavano “"Domenica In” o “Natale a Miami” o si infilano negli ingorghi delle vacanze. E’ tutta la vita che mi baso su tali certezze. Poi queste certezze hanno cominciato a vacillare”. E’ l’incipit del pamphlet di F. Piccolo. Interessante ma deludente. L’autore non spiega le cause del disincanto, della perdita di determinate certezze. Accenna, ammicca ma non spiega. La narrazione, di conseguenza, è assolutamente prevedibile, scontata, fin troppo banale, terribilmente conformista. Personaggi , luoghi e contesti narrano l’esperienza diretta del Reale, in quanto opposto alla realtà sociale quotidiana altra e alta, vissuta e continuamente rivendicata dall’autore. Così, quando squilla il telefono di casa ed è sufficiente rispondere “Domenica In” per aggiudicarsi una cospicua vincita, il Nostro è vinto dall’ansia:” Posso io, per il lavoro che faccio e per tutte le persone che mi conoscono e per le scelte di vita che ho fatto, andare in diretta nazionale e urlare davanti a milioni di persone “Domenica In?”” E’ la stessa ansia che accompagna il Narratore mentre guarda “Natale a Miami”. Ma cosa ci si può aspettare da un cinepanettone? Certamente, i telespettatori che prediligono questo genere non amano discutere dell’universo-mondo e di qualcos’altro ancora! Trentasei pagine per raccontare l’ovvio! E cosa dire delle due bambine protagoniste dell’ultimo racconto, figlia e amica del cuore dell’Autore? “Due piccole intellettuali” che a “Eurodisney” preferiscono i quadri di Monet”! Inquietante. In ogni caso,le due ragazzine, si recano a Mirabilandia, dopo aver visitato la mostra di Monet. Tra le attrazioni del divertimentificio romagnolo, così, prende forma una trama carica di insopportabili banalità. Perfino noiosissima e irritante, a tratti. Morale: la realtà virtuale, contrapposta alla brutalità del quotidiano, che accompagna timidamente la narrazione, viene vissuta come realtà senza esserlo. E’ questo il senso dell’Epilogo del racconto. L’appassionata denuncia del Reale culmina nel suo apparente opposto, in uno spettacolo teatrale, nell’effetto spettacolare del Reale. Francesco Piccolo non spiega le origini né le cause “Dell’Italia spensierata”. Non resta che prenderne atto, soggiogati dalla banalità quotidiana imperante. E dalla scrittura del Nostro. Genocidio antropologico e culturale dell’Italia: Pasolini lo aveva denunciato qualche decennio anni fa. Con argomenti di ben altro spessore culturale.
Ci sono cose che non fareste mai. Così dite: né ora né mai. Affollare uno studio televisivo con i fan di Baudo, per esempio. Sgomitare in autogrill durante l'esodo delle vacanze. Mettersi in coda per il giro della morte sulle montagne russe. Affrontare il pigia pigia per il film di Natale, ma anche per la notte bianca. E poi succede che vi ritrovate dentro le cose che non fareste mai. A tutti, prima o poi, succede. "È il momento in cui ci si chiede se ci si sente un po' stupidi. E la risposta non è: no. La risposta è: sì. Ma questo sì è comprensivo e caloroso, suggerisce un diritto a essere un po' stupidi qualche volta nella vita. E a lasciarsi andare."
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Informazioni:
Bari, Laterza 2007, cm.12x18, pp.182, brossura cop.fig.a col. Coll.Contromano.
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Edizione:5
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Anno edizione:2007
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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MICHELE LAGANO 14 novembre 2010
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