The J. Coltrane 4tet Plays
Utilizzando la crème dei tecnici del suono e l’ineguagliabile qualità della produzione affidata alla Quality Record Pressings, la nuova serie Acoustic Sounds è masterizzata a partire dai nastri originali, stampata su vinile da 180 grammi e confezionata in copertine gatefold (“a libro”) ad alta qualità, curate dalla Stoughton Printing Co., dove – come si usava nei dischi dell’epoca – il foglio di carta stampato è applicato sul cartone (e quindi non è quest’ultimo ad essere inchiostrato direttamente). Il tutto sotto la supervisione di Chad Kassem, CEO di Acoustic Sounds, la società più affermata nel campo delle pubblicazioni per audiofili. Pubblicazione selezionate dallo straordinario catalogo Verve/UMe. Per iniziare, la serie si concentrerà su alcuni degli album di maggiore successo degli anni ’50/’60: questa volta tocca all’album che il grande John Coltrane incise pochi mesi dopo A Love Supreme. E sì, è un altro capolavoro.
Sono passate poche settimane da quando il Classic Quartet di John Coltrane ha inciso A Love Supreme: il grande sassofonista riconvoca il gruppo in due sedute (in febbraio, con l’amico Art Davis come contrabbassista aggiunto in “Nature Boy”, e poi in maggio) per incidere l’album successivo. Siamo quindi nel 1965, e si sente. Coltrane trainava il quartetto con urgenza, in senso lato. Urgenza come inarrestabile pulsione verso una crescente intensità; urgenza come lotta contro il tempo, quasi presentisse che questo, per lui, sarebbe scaduto presto, troppo presto (sarebbe scomparso di lì a due anni). Quindi, sotto il titolo piuttosto anonimo The John Coltrane Quartet Plays troviamo, come già nella suite A Love Supreme, quattro brani – ma qui solo due sono composti da Coltrane. Sempre come nel suo precedente e celebratissimo capolavoro, emergono atmosfere estatiche (in “Song of Praise”, ma anche in uno noto standard come “Nature Boy”), e una pagina ribollente come il lungo, magnifico “Brazilia”. Ma è il brano iniziale a tramortire. Sei anni dopo la prima versione di “My Favorite Things” (brano che Trane riprenderà fino agli ultimi giorni), ancora una volta il nostro imbraccia il sax soprano per ripescare un altro valzerino di un musical portato al successo da Julie Andrews: questa volta tocca a “Chim Chim Cheree”, la canzone degli spazzacamini di Mary Poppins. Ma qui il trattamento subito dal tema originale è traumatico: a ‘muso duro’, fin un ostinato del piano di McCoy Tyner – spronato dal contrabbasso di Jimmy Garrison e dalla tellurica batteria di Elvin Jones – proietta Coltrane verso uno dei suoi assoli più memorabili ed incandescenti. L’impatto è micidiale, e tanti saluti alla governante.
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Artisti:
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Supporto:Vinile LP
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Numero supporti:1
Disco 1
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