Jazz Is Dead 006

L'ombra che Gary Bartz getta sugli ultimi sei decenni di musica nera progressista, e la sua continua dedizione alla stessa, rende il suo un contributo logico e molto gradito all'etichetta Jazz Is Dead. Un sassofonista contralto immerso nella storia e nella tradizione del suo strumento che è anche irrequietamente sperimentale e non incline al purismo di qualsiasi tipo, gode sia del rispetto e dell'ammirazione dei suoi pari che dell'adorazione degli eroi di diverse generazioni dopo di lui ‐ tra cui Adrian Younge e Ali Shaheed Muhammad, che inevitabilmente ha portato a questo Gary Bartz JID 006. Uno sguardo alla sua opera rivela alleanze con il bebop, l'hard bop, il free jazz, lo spiritual jazz, il soul jazz, il jazz‐funk, la fusion e l'acid jazz, il tutto rimanendo risolutamente inconfondibilmente Gary Bartz. "Lavorare con Gary Bartz incarna l'ethos dietro Jazz Is Dead", dice Younge. "È un luminare che ha contribuito così tanto alla cultura musicale, per decenni. La sua abilità musicale si sta espandendo con l'età e siamo onorati di far parte del suo mondo".