«Jetztzeit» e «Allegorie» in Walter Benjamin
Benjamin rifiuta le prospettive di compimento offerte dalle visioni teleologiche dello storicismo e del marxismo socialdemocratico, secondo cui la storia segue un processo di sviluppo lineare e omogeneo e rigetta i concetti di storia universale e immedesimazione emotiva. A queste concezioni, egli oppone la storia come "Jetztzeit", presente attualizzante, luogo e tempo discontinuo che unisce lotta di classe e redenzione messianica. Emblema dell'aspetto profetico e metafisico della storia è la figura allegorica dell'angelo della storia, messaggero divino che, laddove gli uomini vedono il normale divenire storico, scorge rovine e necessità di redenzione. L'allegoria viene interpretata da Benjamin, in contrasto con il concetto di simbolo, come tecnica filosofica e forma estetica per distinguere il "Trauerspeil" dalla tragedia antica, ma anche come medium esemplare attraverso cui indagare le cifre della modernità, colta nei suoi aspetti più eclatanti di feticismo della merce e di falsificazione dei rapporti umani, svelando, allo stesso tempo, il destino generale delle forme artistiche
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Anno edizione:2016
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