Premetto che questo è il primo libro che leggo di Alan D. Altieri. La trama è interessante, ma l'ho trovata sviluppata in maniera confusa e complicata da seguire da parte del lettore, in particolare a causa dell'utilizzo a mio modo eccessivo di termini tecnici eccessivamente tecnici. La storia è ambientata in un ipotetico futuro apocalittico dove non esistono più stati, ma solamente città enormi (ecumenopoli). Probabilmente ci sarà in seguito, ma dubito fortemente che lo leggerò.
Juggernaut. Terminal war. La guerra conclusiva è cominciata
La guerra è finita. Così è scritto su un monumento battuto dalla pioggia tossica, davanti a un edificio-simulacro. Non ci sono vincitori, dopo la guerra, non ci sono vinti, soltanto vittime. In un mondo in cui un’unica mega-corporazione chiamata Gottschalk possiede il dominio assoluto, la guerra, semplicemente, è diventata finanziariamente inutile. Un mondo senza più Stati, senza più nazioni, senza più eserciti. Un mondo dove le città sono «ecumenopoli», metastasi urbane da decine, a volte centinaia di milioni di abitanti, nelle quali «chi ha vive, chi non ha muore». Luoghi dove le scintillanti enclaves dei potenti sono assediate dalla tenebra delle undercities dei reietti, nelle quali l'unica legge è quella della strada. Perché la fine della guerra non significa affatto il tramonto della ferocia. Qualcuno, là fuori, continua a combattere. Sono gli Hunter/Killer, gli ultimi guerrieri, reliquie di un passato cancellato, araldi di un futuro di morte annunciata. E qualcun altro, dall'interno di un nucleo ad altissima tecnologia, ha bisogno degli Hunter/Killer. Un'entità subdola e multiforme decisa a individuare il guerriero terminale, ovunque esso si trovi. Sulla Terra, la guerra è finita, certo. Ma da qualche parte, in qualche «altro» luogo, c’è un nuovo nemico. In attesa. In agguato. Terminal War: Juggernaut è il romanzo di apertura di una nuova, esplosiva saga futuribile che porta il livello dello scontro oltre, ben oltre «i limiti estremi» dell’inumano. Alan D. Altieri, milanese, ingegnere, è vissuto a lungo a Los Angeles, lavorando per il cinema come sceneggiatore. Del «Maestro italiano dell’Apocalisse» nelle edizioni TEA sono apparsi, tra gli altri, Città oscura, Città di ombre, Ultima luce, Kondor (Premio Scerbanenco 1997), L’uomo esterno, i tre romanzi della saga storica di Magdeburg, i romanzi dedicati al personaggio dello «Sniper» Russell Kane e cinque volumi di racconti.
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MARIO GIULIO MOSSA 14 maggio 2016
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