Il protagonista è un maturo scrittore che sente aver smarrito la sua vena creativa. Nel ricercarla, nel provare a scrivere un nuovo romanzo, Starnone ci porta proprio dentro alla sua testa di scrittore con non poche conseguenze. Ed è in questo giocare con le parole che perfino il titolo ha un significato diverso se si sposta un apostrofo. L’abilità che lo scrittore sente di non avere più e che forse non ha mai posseduto, se analizzata nel senso più stretto del termine, e la labilità che lo pervade ogni volta che tenta di scrivere facendolo oscillare fra realtà e fantasia, confondendole e confondendosi. Un romanzo molto bello su quello che vive uno scrittore, sia di drammatico come la scissione della percezione che lo fa vivere in mondi e momenti diversi, sia di vitale, con il rievocare figure della sua infanzia e giovinezza con una vivacità sconcertante come se fossero presenti e vive. Starnone ci comunica che per poter scrivere, lo scrittore è necessariamente labile e non potrebbe essere altrimenti perché soltanto l’oscillare in una immaginaria ed illusoria realtà che lo mette in contatto con il suo io bambino, con il bambino che è stato, gli permette di creare storie.
Labilità
«Quando ci immergiamo in un racconto, facciamo come i bambini quando dicono io ero Tarzan o Jane o l’Uomo ragno. È sempre la stessa magia mimetica».
Cos’è la scrittura se non la replica del gioco che facevamo da piccoli, quando fingevamo di essere qualcun altro e vivevamo vite che non erano la nostra? Un maturo scrittore di successo vive una specie di secca creativa. Un’estate, al termine di un incontro pubblico con i lettori, viene avvicinato da un giovane, Nicola Gamurra, che gli chiede di aiutarlo a trovare un editore, perché ha scritto, a suo dire, un libro eccellente. Lo scrittore legge il dattiloscritto, ma non gli piace e spedisce al giovane un parere negativo. La faccenda potrebbe chiudersi qui, e invece la sfrontatezza di Gamurra ha messo in moto qualcosa. Lo scrittore inizia la stesura di un suo romanzo, in cui si interroga sulla smania di raccontare. E ritorna all’infanzia, a quando la lettura e la scrittura si nutrivano di una rischiosa oscillazione tra vero e inventato. Intanto la moglie parte per lavoro, lo scrittore resta solo e libero di aprire la porta alle ombre che vengono dal passato. Il giorno si confonde con la notte, i fatti ineccepibili della realtà si mescolano con quelli altrettanto ineccepibili dell’immaginazione. Chi è il giovane Gamurra? È un messaggero di salvezza o di perdizione? E com’è davvero il suo libro? È ancora possibile un argine che impedisca al mondo di franarci addosso?
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Autore:
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Anno edizione:2024
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Formato:Tascabile
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Barbarachicca24 17 gennaio 2025l’abilità: gioco di parole. Mi ha commosso
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