Lenin, un uomo - Maksim Gorkij - copertina
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Letteratura: Russia
Lenin, un uomo
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Descrizione


Ricordi, pieni di affetto e di ammirazione per un personaggio mitizzato o vituperato su e giù nella storia per la sua azione politica. Ma in questo ritratto non è la politica al centro del mirino. È l'uomo Lenin che Gor'kij vuole, riuscendoci meravigliosamente, scolpire nella memoria. E sorprendere.

«Non ho mai incontrato un uomo che sapesse ridere in modo così contagioso come Vladimir Il'ič. Bisognava godere di un benessere grande e forte per ridere così». Questo era Lenin come persona, secondo Maksim Gor'kij, celebre scrittore, che era tutt'altro che un «leninista» («sono un marxista molto dubbioso, credo poco nella ragione delle masse in generale») ma lo conobbe bene dai primi del Novecento, nell'esilio (il famoso soggiorno di Capri) e poi con la rivoluzione (in cui Gor'kji non credeva tanto) e dopo. Questi ricordi, un ritratto della persona schizzato attraverso occasioni vissute, furono scritti d'impeto, nella intensa commozione della notizia nel 1924 della morte del capo rivoluzionario. Pubblicati nel 1927 (ed è questa la versione che offriamo al lettore) furono poi rimaneggiati nel corso del tempo in senso più monumentale e iconografico, in corrispondenza evidentemente dell'irrigidirsi del culto quasi religioso di Lenin voluto da Stalin. In questa originaria versione il disegno del personaggio si profila spontaneo e immediato. Quello che interessa l'autore è l'uomo, il carattere, quello che si provava a stare insieme a lui. Si scopre un punto di vista inaspettato su un personaggio morto in realtà prima che la storia potesse capirlo fino in fondo. E senza che ci sia troppo di politica, queste pagine dicono forse sul Lenin politico, sulla sua ispirazione politica, di più di un'analisi metodica. «Ricorderò sempre che mi disse: "Forse noi bolscevichi non verremo compresi nemmeno dalle masse, è assai probabile che ci facciano fuori proprio all'inizio della nostra azione. Ma non importa. Il mondo borghese ha raggiunto la condizione di un'agitazione autodistruttiva, minaccia di avvelenare tutto e tutti"».

Dettagli

20 settembre 2018
164 p., Brossura
9788838938368

Conosci l'autore

Foto di Maksim Gorkij

Maksim Gorkij

1868, Nižnij Novgorod

Maksim Gorkij, pseudonimo di Aleksej Maksimovic Peškov, è stato uno scrittore e autore teatrale russo. Nato a Nižnij Novgorod nel 1868 in una famiglia povera, rimane orfano all’età di dieci anni. Autodidatta, gira per anni la Russia e svolge una serie di lavori (ciabattino, disegnatore, aiuto cuoco, venditore di icone, panettiere) che saranno successivamente fonte di ispirazione per i suoi primi scritti, incentrati sulle figure dei "bosjaki", i vagabondi russi. Dopo un periodo di propaganda e celebrazione del comunismo, Gorkij raggiunge il successo nel 1898, quando pubblica la raccolta in due volumi delle sue novelle. Nel 1905, coinvolto nei moti rivoluzionari, viene arrestato e rinchiuso nella fortezza di Pietro e Paolo a Pietroburgo. È in questo periodo...

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