Lettera a Cristina di Lorena. Sull'uso della Bibbia nelle argomentazioni scientifiche - Galileo Galilei - copertina
Lettera a Cristina di Lorena. Sull'uso della Bibbia nelle argomentazioni scientifiche - Galileo Galilei - copertina
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Letteratura: Italia
Lettera a Cristina di Lorena. Sull'uso della Bibbia nelle argomentazioni scientifiche
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Descrizione


La "Lettera a Cristina" è uno dei testi centrali della riflessione di Galileo sul rapporto tra scienza e fede; essa mette a confronto il libro della natura e il libro sacro sul rapporto mobilità-immobilità, centralità-non centralità di terra e sole, mostrando la singolarità dei due libri e dimostrando che non è pertinente leggere i caratteri della natura mediante il testo della Bibbia. La lettera è stata scritta da Galileo nel 1615; viene portata a stampa solo un ventennio dopo, nel 1636, presso gli Elzevier a Strasburgo, ed è accompagnata in parallelo dalla traduzione latina di Elia Diodati. Della Lettera abbiamo, accanto alla princeps, oltre una sessantina di esemplari manoscritti, un numero triplo rispetto a quelli sin qui noti. La storia del testo, il censimento dei manoscritti e i loro rapporti con la stampa hanno fornito i criteri per l'edizione critica. Essa è fondata sulla princeps, e fornisce in apparato le lezioni di una prima redazione individuata dal curatore nell'Archivio di Stato di Firenze, e di un testimone di una redazione posteriore, con edizioni autografe, conservata presso l'Accademia romana dei Lincei.

Dettagli

1 gennaio 2000
176 p.
9788821161186

Conosci l'autore

Foto di Galileo Galilei

Galileo Galilei

(Pisa 1564 - Arcetri, Firenze, 1642) scienziato e letterato italiano. Figura centrale della scienza moderna, insegnò nelle università di Pisa (1589-92) e Padova (1592-1610); fu poi matematico primario dello Studio di Pisa e filosofo del granduca Cosimo II. Scontratosi con i difensori della tradizione aristotelica, subì due processi da parte del Sant’Uffizio (1616 e 1633); il secondo si concluse con una condanna e con l’abiura di G., il quale da allora fu costretto a vivere in isolamento. Divenuto cieco nel 1637, morì nel 1642 nella sua villa di Arcetri.Tra i suoi numerosi scritti scientifici si ricordano: Sidereus nuncius (1610), dove annuncia varie scoperte astronomiche, fra cui quella dei quattro satelliti di Giove; Il saggiatore (1623), sulla natura delle comete, in cui sostiene con vivacità...

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