Siamo di fronte a un libro straordinario,che ha una portata culturale enorme:non possono adoperarsi termini meno altisonanti per dire dell'importanza di tale opera, che(tra l'altro per la prima volta in Italia)presenta tutto il corpus completo delle lettere di Cezanne. E' quindi ovvio che questo libro è da considerarsi come un punto di avvio fondamentale,imprescindibile,per un serio e sistematico studio di una delle figure più emblematiche di tutta la storia dell'arte. Queste lettere colgono Cezanne nelle varie fasi della sua vicenda esistenziale,dagli ardori giovanili repressi confessati a Zola nelle poesie che alcune volte corredavano le missive,fino agli anni della maturità vissuta nella totale dedizione all'arte,alla missione che Cezanne sapeva di dover portare a termine. Lettere che,sopratutto,ci svelano tanto dell'arte cezanniana,dei metodi adoperati dall'artista nella sua ricerca,ricerca che viene sovente portata alla luce nel suo essere rivolta a un qualcosa di irragiungibile,utopico:da qui l'ansia e l'icontentabilità dell'artista,moderno Mosè che mai potrà entrare nella Terra Promessa. Alcune di queste lettere hanno una portata teorica senza pari:da tali premesse,a volte distorte a volte accettate in parte, partiranno infatti molte avanguardie del primo novecento(dunque non solo il Cubismo). In conclusione,questo è un libro straordinario,da leggere assolutamente;è un libro che richiede una meditazione profonda,per capirne a fondo il contenuto e il senso,e così sfatare quei falsi miti che proprio tali lettere avevano in massima parte contribuito a generare.
La prima lettera di Cézanne si apre con un'immagine della pioggia e della primavera. L'ultima inizia accennando alla pioggia e all'autunno. Tra le espressioni scherzose della prima, percorse da un'allegra, ironica compiacenza retorica, e quelle dell'ultima, secche e disadorne, dirette a una comunicazione senza convenevoli, c'è uno spazio di quasi cinquant'anni. Cézanne non cercava biografie e pensava per le proprie lettere a un unico, privato destinatario, circostanza questa a cui dobbiamo la loro asciuttezza, la loro mancanza di letteratura. Eppure queste carte si possono leggere come un diario psicologico dell'artista: una testimonianza di quel passaggio dall'eccedenza alla contrazione che si riconosce nella sua pittura.
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Anno edizione:1997
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MARIO COBUZZI 12 dicembre 2009
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