(Ginevra 1821-81) scrittore svizzero di lingua francese. Insegnante di estetica e quindi di filosofia presso l’Accademia di Ginevra, scrisse poesie di stampo romantico (Grani di miglio, Grains de mil, 1854), saggi (sulla letteratura della Svizzera romanda, su Rousseau, su autori contemporanei ecc.), un volume sui principi generali della pedagogia e soprattutto acute pagine diaristiche, pubblicate postume: una parte di esse vide la luce nel 1884 col titolo Frammenti di un diario (Fragments d’un journal intime); un’edizione ampliata se ne ebbe nel 1922, mentre nel 1927 apparve un nuovo volume di confessioni con il titolo Philine. In tutte queste pagine A. (anticipando un certo gusto analitico decadente) conduce una inesausta indagine dei propri moti psicologici, delle proprie debolezze, dei propri «sogni» di uomo negato alla vita pratica e incapace di soffrire le imperfezioni del reale.