(Stoccolma 1944) drammaturgo svedese. Le poesie d’esordio negli anni Sessanta si caratterizzano per il lacerante disagio psichico veicolato dallo sperimentalismo formale, per l’immedesimazione con gli esclusi e la difficile ricerca di amore. Tali elementi si ritrovano nella sua produzione teatrale, che lo impone sulla scena internazionale. I drammi domestici presentano un’impietosa disamina delle relazioni familiari, caratterizzate da tensione e violenza ma anche dalla nostalgia di amore: Autunno e inverno (1982), La notte è madre del giorno (1983), Il caos è vicino di Dio (1983, nt), Nostre ombre quotidiane (1991), Dettagli (2002, nt), Freddo (2003, nt), Guerra (2004, nt). A partire da La pièce morte (1995, nt) e continuando con Cerchia di persone 3:1 (1997, nt) il suo teatro si apre alla socialità più marginale dei non-luoghi, le carceri e gli ospedali psichiatrici.