"Propr. Cecil Antonio R. Regista teatrale e cinematografico inglese. Nato nello Yorkshire, mentre studia a Oxford si occupa di teatro e dirige la Drama University Society. Dopo la laurea in letteratura inglese, fa un apprendistato alla bbc (Othello, 1955) e nella seconda metà degli anni '50 diviene l'animatore del rinnovamento della scena inglese con la rappresentazione di Ricorda con rabbia (1956), celebre testo dell'amico J. Osborne sull'impossibilità di un tranquillo rapporto d'amore fra due giovani di ceto diverso, che presenta e impone sulla scena inglese il prototipo dell'angry young man. Contemporaneamente, insieme a K. Reisz firma a quattro mani il cortometraggio Momma Don't Allow (La mamma non vuole, 1955) e, insieme a questi e a L. Anderson, scrive il manifesto del Free cinema, movimento che propone il cinema come mezzo per stimolare il dibattito, come parte attiva in un auspicato processo di rinnovamento della cultura e della società britannica. A tal fine, insieme a Osborne e a H. Saltzman fonda la casa di produzione Woodfall Films per trasferire in ambito cinematografico la «rabbia rinnovatrice» della nuova generazione inglese, e realizza le trasposizioni del citato Ricorda con rabbia (I giovani arrabbiati, 1958) e dell'altro successo teatrale osborniano, Gli sfasati (1960), opere che – sfruttando le grandi capacità interpretative, rispettivamente, di R. Burton e L. Olivier, e riducendo il vecchio impianto teatrale – riescono ad apportare un sano realismo nella scena cinematografica inglese del periodo e impongono la novità del «non-eroe», vale a dire dell'uomo qualunque che si dibatte fra aspirazioni vitali e rischio di fallimento psico-sociale. I film ottengono ottimi apprezzamenti critici e R. viene chiamato a Hollywood per dirigere Il grande peccato (1960), film molto deludente e mal interpretato da Y. Montand. Ritorna quindi in patria e, dopo aver prodotto Sabato sera, domenica mattina (1960) di K. Reisz, realizza in proprio Sapore di miele (1961), film sulla crisi e reificazione della famiglia in cui prende in considerazione tutti i tipi di rapporti interpersonali nella società dell'epoca, narrando di una giovane con madre alcolizzata che si trova a convivere con un gay che farà da padre al suo bambino nato da una notte d'amore con un marinaio nero. L'anno successivo dirige Gioventù, amore e rabbia (1962), certamente la sua opera più convincente del periodo in cui narra di un giovane disadattato che in riformatorio potrebbe conquistarsi una chance di integrazione nella società vincendo da campione una corsa campestre, ma che si ferma prima del filo di lana per non rendersi partecipe e complice di una società di cui non apprezza finalità e ordinamento sociale. Dopo queste opere drammatiche, d'incisivo impianto realista, in b/n e di basso costo, l'anno successivo (1963) sorprende la scena cinematografica mondiale con Tom Jones, commedia a colori di grande budget, tratta dall'omonimo romanzo settecentesco di H. Fielding, che denota uno spirito e un linguaggio affatto diversi. Per riadattare e amplificare l'effetto «straniante» del narratore ironico del romanzo, R., oltre che a una canzonatoria voce narrante fuori campo, ricorre nel prologo a una musica di commento e a canoni linguistici tipici del cinema muto (didascalie, piccole accelerazioni ecc.), mentre nel corso della narrazione riprende tecniche linguistiche mediate dalla lezione della contemporanea Nouvelle vague francese (sguardi in macchina, freeze-frame ecc.). La ben nota irriverenza del personaggio di Fielding e la sua azione di rottura rispetto alla staticità, stupidità e ipocrisia della società settecentesca, nel film, grazie anche all'ironica interpretazione di A. Finney, risultano beffardamente intensificate rispetto al romanzo e implicano una riflessione e un giudizio sulla società inglese contemporanea, anch'essa incartapecorita nel suo perbenismo borghese, e bisognevole di un svecchiamento (che in effetti inizierà già dall'anno successivo con l'avvento dei Beatles e della «Swinging London»). Richiamato a Hollywood come un trionfatore dopo il grande successo internazionale del film, cerca di guardare alla middle class americana con la stessa carica ironica e dissacrante usata nei confronti della società inglese, realizzando Il caro estinto (1964) che ottiene un buon riscontro, ma dal successivo ...e il diavolo ha riso (1966) comincia un lento declino. Grossi insuccessi sono anche tutti i successivi (da Il marinaio di Gibilterra, 1967, a Il fantino deve morire, 1974, a Hotel New Hampshire, 1984), con la parziale eccezione di Amleto (1969) e Frontiera (1984), che però viene maltrattato nel montaggio dalla Universal. Negli ultimi anni si vede quindi costretto a dedicarsi alla televisione; ritorna dietro la mdp solo nel 1991, ma a causa della bancarotta della Orion Pictures, Blue Sky esce solo nel 1994. (rcp)"