(Padova 1618-85) poeta e tragediografo italiano. Nella sua vita avventurosa fu al servizio di Eleonora Gonzaga, segretario a Roma del cardinale Rinaldo d’Este, poeta cesareo a Vienna presso Leopoldo d’Asburgo. Scrisse poemi, melodrammi, rime (Poesie liriche, 1643; Ode, 1647 e 1651; Canzoni, 1650) e un romanzo erotico-mitologico, Alfenore (1644). Fu riscoperto da Benedetto Croce il suo Aristodemo (1657), una delle migliori tragedie italiane del Seicento, per il ritmo serrato delle scene e per la contrapposizione teatralmente efficace di due grandi personaggi: il tiranno Aristodemo, incarnazione della ragion di stato, e Merope, figura gentilissima, ricca di pathos, reinterpretata come vittima in senso cristiano. Notevole è anche il poema eroicomico L’asino (1652), che rivela un’accesa fantasia, incline alla deformazione caricaturale e iperbolica.