Compositore. Fratello di Virgilio M. Sacerdote, cultore di studi letterari e storici, si dedicò alla musica soprattutto per intrattenimento delle famiglie romane cui era legato: gli Aldobrandini, i Farnese, i Borghese. La sua fama è affidata all'opera La catena d'Adone (1626), considerata prototipo dell'opera romana (che annovera fra gli esponenti maggiori S. Landi e L. Rossi), non solo per il carattere spettacolare della vicenda scenica, ma per la varia articolazione dello stile vocale (pagine corali polifoniche, arie e ariosi) mirante a superare quello che nella prefazione alla Catena M. stesso definisce il «tedio del recitativo», cioè il rischio di monotonia presente, a suo parere, nel «recitar cantando» dei fiorentini (I. Peri, G. Caccini) e nello stesso recitativo monteverdiano. M. compose anche oratori, cantate e madrigali di ascendenza gesualdiana, tutti pubblicati nelle raccolte Partitura di madrigali a cinque voci e d'altri vari concerti (1638), Dialoghi e sonetti (1638), Musiche sacre e morali (1640), Sacre concertazioni (1664).