(Firenze 1250 ca - 1296) poeta italiano. Fratello di Corso, il capo della fazione fiorentina dei guelfi neri, scambiò una celebre tenzone con Dante, suo amico e lontano parente. In sei sonetti (tre per ciascuno) i due poeti si rinfacciano a vicenda vizi e turpitudini di ogni genere, secondo schemi e moduli stilistici comuni alla poesia comico-realistica del tempo. Al di là del gioco letterario, c’è tuttavia un fondo di verità (il traviamento di Dante dopo la morte di Beatrice) che sembra confermato da alcuni luoghi della Commedia, in particolare dall’episodio dell’incontro con Forese (Purgatorio, XXIII e XXIV).