(Firenze 1540 - Goa, India, 1588) mercante e letterato italiano. Sovraintendente all’azienda commerciale dei Capponi, viaggiò per la penisola iberica fino a Lisbona, dove passò al servizio di un commerciante portoghese e si imbarcò per l’India, raggiungendo, dopo un avventurosissimo viaggio, le coste del Malabar. Frutto di questa esperienza sono le sue Lettere dall’India (pubblicate postume, nella raccolta Lettere edite e inedite, 1855). Scritte in una prosa immediata, aliena da preoccupazioni formali, tutta riconducibile al registro del parlato, esse uniscono all’acutezza delle osservazioni sui vari aspetti di quel paese, interessanti analisi dei rapporti tra le lingue indoeuropee e il sanscrito. Membro dell’Accademia fiorentina dal 1574, lasciò una pregevole Vita di Francesco Ferrucci e vari scritti letterari (tutti postumi), tra cui un Discorso sopra Dante (inedito, ma composto nel 1572 contro il Discorso nel quale si mostra l’imperfettione della «Commedia» di Dante di Girolamo Castravilla) e una Sposizione della «Poetica» di Aristotele.