(Castellammare di Stabia, Napoli, 1888 - Napoli 1950) commediografo e attore italiano. Dopo un tirocinio durissimo di attore, cantante e acrobata, si affermò come macchiettista, creando scenette e personaggi che talora vanno al di là del semplice schizzo folcloristico. Da questo repertorio trasse materia per numerosi drammi e commedie che interpretano con profonda partecipazione la vita disperata e ingegnosa dei «bassi» napoletani. Esordì nel 1917 con l’atto unico ’O vico; quindi, costituita una sua compagnia, mise in scena altri lavori, caratterizzati da una vivace coralità e da un realismo sempre più aspro e scavato: Tuledo ’e notte (1918), ’A figliata (1924), ’E piscature (1925), Guappo ’e cartone (1932), L’imbroglione onesto (1932), La tavola dei poveri (1936) ecc. Lasciò anche raccolte di versi dialettali (Tavolozza, 1931; ... e c’è la vita, 1940) e il libro autobiografico Dalla vita alle scene (1928).