(Saratov 1888 - Mosca 1926) scrittore sovietico. Di famiglia ebrea, svolse propaganda rivoluzionaria negli anni 1904-06, venne esiliato in Siberia, successivamente riuscì a fuggire all’estero, visse in Svizzera e in vari paesi d’Europa. Tornato nel 1915 in patria, pubblicò due volumi di racconti che gli procurarono una certa fama (Racconti, 1915; Polvere, 1916) e si arruolò, combattendo nel Caucaso. Aderì alla rivoluzione di febbraio, diventando membro del governo provvisorio, e descrisse il passaggio alla rivoluzione bolscevica nel romanzo Salon-vagon (1922), senza aderire a questa seconda mai definitivamente. Continuò negli anni Venti la sua attività di scrittore, usando uno stile espressionistico che non piacque ai realisti come M. Gor’kij (Gente di passaggio, 1923; Rottami, 1923). Isolato e messo al bando, S. si suicidò.