(Bibbiena, Arezzo, 1470 - Roma 1520) scrittore italiano. Fu segretario del cardinale Giovanni de’ Medici; poi cardinale egli stesso, con mansioni diplomatiche, dal 1513, quando il Medici fu eletto pontefice. Arguto interlocutore del Cortegiano di B. Castiglione, maestro di facezie, ha lasciato una commedia in prosa La Calandria, in 5 atti, rappresentata per la prima volta a Urbino con prologo di Castiglione (1513). La commedia, che trae spunti da Plauto e da Boccaccio, è apprezzabile per la rapidità del dialogo e l’ingegnoso intreccio dei casi, caratterizzati da un senso gioioso dell’amore carnale.