Francesca Ballarini, per brevità chiamata Nina, nasce a Jesi nel 1982. Studia comunicazione visiva all’ISIA di Urbino e nel 2005 presenta la tesi sulle Favole illustrate di Leonardo Da Vinci, progetto selezionato al Premio delle Arti di Roma. Illustratrice e visual artist, disegna per teatri, festival, sistemi museali e aziende, in Italia e all’estero. Dal 2012 al 2020 cura l’immagine illustrata del Macerata Opera Festival – Arena Sferisterio. Realizza la scenografia di segni proiettati dell’Aida di Giuseppe Verdi, in scena allo Sferisterio di Macerata (2014) e al Teatro Comunale di Bologna (2017), e de La Creazione del Mondo di Franz Joseph Haydn, esecuzione in forma semiscenica nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo (2018). Crea i disegni per le scene dello spettacolo The Moon, allestito al Walton Arts Center di Fayetteville, Arkansas, e sul palco di The Center a New York, in occasione dell’anniversario dell’allunaggio. È tra gli autori delle immagini celebrative per il 50° anniversario di Teatro Gioco Vita (Piacenza). In occasione di Firenze e Parigi per un teatro europeo, disegna uno dei manifesti d’artista per il Teatro della Pergola e il Théâtre de la Ville. Nel 2020 pubblica il suo primo albo illustrato, “Piccolo Sonno” di Alessandro Riccioni, per LupoGuido Editore. Realizza le illustrazioni per “Speranza” di Gianni Rodari, in occasione del centenario rodariano, per Einaudi Ragazzi – Emme Edizioni. È nella collezione dei venti illustratori che lavorano all’albo “Ambiente Rodari”, edito da Emme Edizioni. In uscita a marzo di quest’anno,“Guinefort”, con il testo di Barbara Ferraro, per LupoGuido Editore. Nel 2022 cura la veste disegnata del film documentario di Barbara Roganti “L’acqua non muore mai – Cinque domande sull’Alzheimer e l’identità”, tra figure e parole in forma illustrata. Firma l’immagine della 47a edizione del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, ispirata al ricordo, privato e collettivo. Disegna con particolare devozione il non disegnabile — il bordo pagina, i gatti perduti, le ciliegie fuori stagione – alla ricerca continua della sua poesia visiva, fatta di carta e inchiostro, pennini e pennelli, carboncini, lettere, macchie e graffiti. Dove può, scrive.