Compositore. Allievo di Mattei a Bologna, incominciò ancora adolescente a scrivere opere per il teatro, acquistando in breve una notorietà internazionale di poco inferiore a quella di Rossini e Verdi. Esordì a Milano con la farsa Annetta e Lucindo (1813). Da allora la sua attività prodigiosa non ebbe più sosta: nell'arco di cinquant'anni egli riuscì a produrre non meno di 90 melodrammi, di entrambi i generi, serio e buffo. Musicista di chiara derivazione rossiniana, dotato di sicuro intuito drammatico e di vena facile, se pure tendente a un lirismo un po' manierato, diede il meglio di sé nell'opera Saffo (su libretto di S. Cammarano), applaudita al San Carlo di Napoli nel 1840. Le altre sue partiture teatrali più significative sono L'ultimo giorno di Pompei (1825), Il corsaro (1831), Medea (1843), La regina di Cipro (1846) e Niccolò de' Lapi (1873, postuma). P. compose anche oratori, cantate, la sinfonia Dante (1865), musica sacra e da camera, strumentale e vocale. S'interessò di storia e teoria musicale e pubblicò un trattato di contrappunto, oltre a un libro di memorie (1865) in cui si rivela scrittore piacevole ed elegante.