Attrice italiana. Trasferitasi in Gran Bretagna con la famiglia, esordisce come modella. Dotata di grande fotogenia e fredda sensualità, debutta sul grande schermo nel 1954 in un ruolo secondario in Il prigioniero dell'Harem di K. Annakin. Al rientro in Italia, nel 1961, inizia un'intensa attività di attrice, per lo più in film d'avventura dagli scarsi meriti artistici. In alcuni casi ha l'opportunità di interpretare ruoli di notevole spessore, impersonando donne moderne, tormentate e a tratti inquietanti, come l'intensa moglie del bandito Lutring nel drammatico Svegliati e uccidi (1966, con cui si aggiudica un Nastro d'argento) di C. Lizzani, la morbosa protagonista di Grazie, zia (1968) di S. Samperi, l'adultera impenitente in L'amica (1969) di A. Lattuada, un'amante in crisi in Amore amaro (1974) di F. Vancini, con cui vince il suo secondo Nastro d'argento. Dopo essersi lasciata tentare dal teatro e dalla televisione, nel 1988 si ritira dalle scene fino al 2005, quando accetta di interpretare la zia avida ma protettiva di Cuore sacro di F. Ozpetek e – poco dopo – la madre del protagonista morente di Tutte le donne della mia vita (2007) di S. Izzo.