(Monastero Bormida, Asti, 1881 - Roma 1966) scrittore italiano. Professore al liceo Massimo d’Azeglio, ebbe fra i suoi allievi alcuni dei protagonisti della cultura torinese fra le due guerre: P. Gobetti, L. Ginzburg, C. Pavese, M. Mila. Fu tra i redattori della gobettiana «Rivoluzione liberale» e partecipò alla resistenza. Nobile figura di educatore, lasciò saggi di pedagogia (Scuola classica e vita moderna, 1923) e di politica (Realtà del partito d’azione, 1945). In campo letterario la sua opera maggiore è la trilogia La storia di papà (I Sansôssi, 1929; Quel Quarantotto!, 1933; L’iniqua mercede, 1935), sorta di epopea del Piemonte liberale, centrata sul drammatico contrasto fra generazioni vecchie e nuove, in una prosa che intreccia abilmente ritmo poetico e allure discorsiva, lingua culta e cadenza dialettale. Dei libri successivi si ricordano Vietato pentirsi (1956) e I miei conti con la scuola (1965).