Compositore tedesco.
La carriera di concertista, studioso e compositore. Iniziò lo studio del violino giovanissimo, distinguendosi in seguito anche come solista di viola. Nel 1909 entrò al conservatorio di Francoforte, dove studiò composizione con A. Mendelssohn e B. Sekles. Nel 1915 divenne Konzertmeister all'Opera di Francoforte e nel 1921 costituì, con L. Amar, un quartetto d'archi al quale prese parte come viola e per il quale scrisse i suoi primi quartetti. Venne quindi chiamato a dirigere il festival di Donaueschingen (1922-26) e nel 1927 ottenne la cattedra di composizione presso la Hochschule für Musik di Berlino, dove rimase sino al 1937, continuando a occuparsi del festival di Donaueschingen (trasferito prima a Baden-Baden, 1927-29, poi a Berlino, 1930) e svolgendo anche attività di direttore d'orchestra e di solista. In quegli anni aveva già al suo attivo molta musica strumentale e alcune opere teatrali – tra cui Mörder, Hoffnung der Frauen (Assassino, speranza delle donne), un atto scritto nel 1919 su testo del pittore O. Kokoschka (rappresentato a Stoccarda nel 1921), e Sancta Susanna (1921), un atto su testo di A. Stramm – che segnano la sua adesione, almeno sul piano letterario, all'espressionismo. La formazione di H. rivela tendenze eclettiche, che hanno però salde radici costruttive soprattutto in Brahms e in Reger, con un gusto coloristico mutuato da R. Strauss e Debussy.
La maturazione di uno stile personale. Dall'espressionismo H. si scostò presto per avvicinarsi, nel decennio 1920-30, alla corrente della Nuova oggettività (Neue Sachlichkeit), sorta in Germania nel dopoguerra parallelamente al Bauhaus di Gropius. In questo ambito affermò un ritorno alla «musica d'uso» (Gebrauchsmusik) in senso artigianale, in opposizione all'estetismo romantico, e compose i suoi primi capolavori strumentali: le famose Kammermusiken, di cui la prima, op. 24 (1921), segnò una vera rivoluzione per il nerbo contrappuntistico e l'aggressiva pulsione ritmica. Analoga tendenza rivelano le successive opere teatrali: Cardillac (1926), tre atti su testo di F. Lion; Hin und Zurück (Avanti e indietro, 1927), un brevissimo atto unico dove la vicenda, giunta al culmine, torna al punto di partenza, e Neues vom Tage (Novità del giorno, 1928-29), in tre parti, su testo di M. Schiffer, satira impietosa della società tedesca del primo dopoguerra. Lo stile di H. si è ormai chiaramente delineato: nella crudezza politonale del suo linguaggio, guidata da una ferrea logica costruttiva, appare radicato un senso della tonalità e del diatonismo che lo porterà sempre più al ricupero della tradizione tedesca prebachiana e bachiana. Sarebbe tuttavia improprio, nonostante qualche analogia esterna, associare il «ritorno a Bach» di H. con quello proclamato da Stravinskij nell'ambito del «neoclassicismo» parigino del primo dopoguerra: i ricuperi hindemithiani non hanno il senso della contaminazione stilistica proprio del neoclassicismo, ma si riferiscono semmai alla struttura e alla tecnica compositiva, spesso rigorosamente fondate sui principi della forma-sonata, della fuga e delle sue leggi contrappuntistiche. In questo senso H. va visto nella storia della musica contemporanea come un attivo e progressivo «restauratore» della tradizione strumentale tedesca preclassica. La sua influenza sui compositori (non solo tedeschi) degli anni '30 fu rilevante.
La forzata emigrazione negli anni trenta e l'attività all'estero. Dopo l'avvento al potere di Hitler, H. fu accusato di «internazionalismo» e schedato nel catalogo dell'«arte degenerata». Costretto a emigrare, trascorse il resto della sua vita all'estero. Si stabilì dapprima in Turchia (dove, dal 1935 al '37, tentò di organizzare l'attività musicale in senso moderno), poi in Svizzera (1938-39), dove terminò la partitura di Mathis der Maler (Mathis il pittore), su libretto proprio, ricavato dalla vita dell'enigmatico pittore Mathias Grünewald: sono sette pannelli scenico-musicali, concatenati tra loro con robusta consequenzialità compositiva. L'opera, che è ritenuta il suo capolavoro, fu rappresentata a Zurigo nel 1938. Agli inizi della guerra (1940), si trasferì negli Stati Uniti, dove rimase per tutti gli anni del conflitto mondiale, insegnando a Tanglewood e alla Yale University (Connecticut). In questo periodo il suo stile sembra volgere verso una minor crudezza politonale e indulgere ai valori espressivi di un diatonismo spesso arcaico, in base anche ai nuovi principi teorici da lui elaborati nel trattato di composizione Unterweisung im Tonsatz (2 voll., 1937-39), dove viene assunto il concetto di Grundton (suono fondamentale) a elemento generatore di tutta la costruzione musicale, melodica, armonica, contrappuntistica, e viene tentata una dimostrazione scientifica della tonalità come legge naturale insita nell'uomo. In questo trattato si volle vedere una contrapposizione alle teorie di Schönberg sulla pantonalità (atonalità) e sul metodo dodecafonico. Dal dopoguerra riprese l'attività di concertista e di direttore d'orchestra nel Messico e in Canada. Nel 1947 ritornò in Europa, ma non volle stabilirsi in Germania. Nel 1949-50 fu di nuovo negli Stati Uniti, alla Harvard University; poi si recò in Svizzera, dove nel 1951 ebbe la cattedra di composizione all'università di Zurigo. L'ultimo periodo della sua attività creativa comprende musica sinfonica, corale, da camera, l'opera Die Harmonie der Welt (L'armonia del mondo, 1957) e alcuni balletti, tra cui Nobilissima visione (coreografato da L. Massine, 1938): musiche che denotano un progressivo irrigidimento del compositore nelle proprie teorie fondate sul concetto del «suono generatore», mediante il quale il contrappunto lineare non contraddice l'armonia tonale e il cromatismo trova la sua collocazione in base alle leggi acustiche dei suoni armonici.
La produzione complessiva. La vastissima produzione di H. comprende ancora, per il teatro: Das Nusch-Nuschi (gioco per marionette birmane, 1921), le due opere didattiche Das Badener Lehrstück vom Einverständnis (ossia Pezzo didattico di Baden sull'accordo, su testo di B. Brecht, 1929) e Wir bauen eine Stadt (Costruiamo una città, 1930), Il lungo pranzo di Natale (da T. Wilder); i balletti Der Dämon (Il demone, 1923), Hérodiade (1944); Tema con quattro variazioni «I quattro temperamenti» (1946). Fra la sua musica vocale vanno ricordati l'oratorio Das Unaufhörliche (L'incessante, su testo di G. Benn, 1931), i cicli di Lieder per voce e strumenti Des Todes Tod (Morte della morte, 1922), Die junge Magd (La giovane serva, testi del poeta G. Trakl, 1922), Das Marienleben (La vita di Maria, su testi di Rilke, in due versioni, 1922-23 e 1948), la cantata per soli, coro e orchestra Der Lindberghflug (Il volo di Lindbergh, originariamente in collaborazione con K. Weill, testo di Brecht, 1928), numerosi cori a cappella. Spiccano fra i molti lavori per orchestra i 5 pezzi per archi op. 44, n. 4 (1927), la Konzertmusik per archi e ottoni op. 50 (1930), il Philharmonisches Konzert (1932), la Symphonia serena (1946), la Sinfonietta (1949), le sinfonie dal Mathis der Maler (1931) e Die Harmonie der Welt (1951), la Pittsburgh Symphony (1958); e, con strumenti solisti, i concerti per pianoforte (2), per violino, per violoncello, per clarinetto, per corno, per organo, per piccoli complessi strumentali, la Konzertmusik op. 48 per viola e orchestra e quella op. 49 per pianoforte, ottoni e 2 arpe (entrambe del 1930), Der Schwanendreher per viola e piccola orchestra (1935), Trauermusik (Musica funebre) per viola o violino o violoncello e archi (1936). Oltre alle Kammermusiken (1921-27: n. 1 per vari strumenti; Kleine Kammermusik per quintetto di fiati; n. 2 per pianoforte e 12 strumenti; n. 3 per violoncello e 10 strumenti; n. 4 per violino; n. 5 e n. 6 per viola; n. 7 per organo), H. compose moltissima musica da camera: 3 trii, 7 quartetti (di cui 6 per archi), un quintetto, un settimino, e numerose sonate e sonatine, specie con pianoforte, per violino (4), viola (3), violoncello (2), contrabbasso, flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno inglese, corno (2), tromba, trombone, basso tuba; inoltre, musica per pianoforte a 2 mani (4 sonate, Suite 1922, Ludus tonalis) e a 4 (2 sonate) e sonate per strumento solo (3 per organo, 2 per violino, 2 per viola, 1 per violoncello, 1 per arpa).