(Königsberg 1768 - Vienna 1823) drammaturgo tedesco. Spirito inquieto, viaggiò a lungo: a Berlino frequentò Hitzig e Hoffmann, fu poi a Weimar, sotto la protezione di Goethe e a Coppet, presso M. de Staël. Si convertì al cattolicesimo e fu per breve tempo predicatore. La sua opera, molto apprezzata dai contemporanei, contempla drammi e tragedie, tra cui I figli della valle (Die Schöne des Tales, 1803), La croce sul Baltico (Das Kreuz an der Ostee, 1806), Martin Lutero o la consacrazione della forza (Martin Luther oder die Weihe der Kraft, 1807) e il più noto Il ventiquattro febbraio (Der 24. Februar, 1807), che inaugurò il nuovo genere dei «drammi del destino», Attila, re degli Unni (Attila, König der Hunnen, 1808; da cui è tratto il libretto dell’opera omonima di Verdi).