(Meuselwitz, Turingia, 1941 - Berlino 2007) scrittore tedesco. Fino al 1985 vive e lavora sotto la censura della Repubblica Democratica Tedesca come operaio e scrittore. Ha pubblicato in occidente liriche (L’assenza, Die Abwesenheit, 1979, nt), prose (La lettera, Der Brief, 1985, nt) e opere narrative (Le femmine, Die Weiber, 1987, nt; La trasposizione, Eine Übertragung, 1989, nt; La presenza dei gatti, Die Arbeit an den Öfen, 1994). L’ossessione dello scrivere negli spazi ristretti concessi dal totalitarismo è il tema dominante, che permea anche «Io» («Ich», 1993, nt), romanzo di «deformazione», dalle tinte kafkiane, nel quale l’io narrante, nella triplice veste di operaio, poeta e agente della polizia segreta, descrive minuziosamente la destrutturazione della sua personalità attraverso la collaborazione come spia. H. è uno dei primi autori del suo paese che abbia osato ritrarre senza mezzi termini la vita spenta, fredda e triste della RDT.