Eau de vendeuse

Pubblico la recensione di una mia amica:
Molto divertente, quest’opera prima di Francesca Garofalo dal titolo Eau de vendeuse. Dall’inizio all’ultima delle cento pagine si ride di gusto, soprattutto su certe espressioni dialettali d’uso quotidiano prontamente italianizzate dalla cliente di turno: “quanto me lo passa?” , domanda rivolta a una estenuata, e tuttavia paziente e professionale , commessa di profumeria. Ovvero, la “vendeuse” laureata costretta (data la penuria di lavori più soddisfacenti, la penuria di lavoro tout -court ) a “sorridere fino alle nove di sera, per ripetere con la stessa enfasi, le stesse parole ad ogni cliente , cambiando espressione e modo di dire a seconda di chi ti sta di fronte”, il che presuppone un’adeguata conoscenza di marketing e di psicologia da applicare caso per caso. Con una scrittura non sempre priva di eccessi caricaturali e fortemente ironica, l’autrice presenta ai lettori un campionario di umanità (quasi esclusivamente femminile) suddiviso in sottospecie: la “sfattona”, la coppia madre-figlia, il gay e l’eterosessuale, la “strafiga”, le dodicenni, la quarantenne “single”; grazie ai dialoghi incalzanti tra la commessa e la cliente (potenziale, spesso una perditempo o più verosimilmente una che il tempo lo fa perdere agli altri), assistiamo a un esilarante rapporto dialogico tra chi sta alla vendita e chi si appresta ad acquistare; dialoghi serrati, dunque, tant’è che in certi momenti pare di leggere un testo tragicomico la cui connotazione precipua è la rapidità di azione: l’uscita di scena della borbottante incontentabile di turno, talvolta a mani vuote.
Alla spasmodica ricerca ( e desiderio di incetta ) del campioncino, tra acquisti di prodotti di bellezza, elisir di lunga giovinezza, magiche creme antirughe, anticellulite, anti che dir si voglia, pastrocchi che promettono mirabilie; alle pretese assurde d’una consumatrice sempre più confusa, incontentabile, talvolta cafona, la commessa offre l’aplomb della sua preparazione, consulenza e consigli, ma soprattutto offre la propria resistenza allo stress come fosse il più sublime dei profumi: quella “eau de vendeuse” che dà il titolo a un libro talmente brioso, illustrato dai bei disegni dell’autrice, da fare quasi dimenticare i molti refusi.

Maria Gabriella Canfarelli

Ho preso tra le mani questo libro, ordinato dal sito ilmiolibro.it. Volevo vincere il mio pregiudizio che nutro da sempre per un popolo (quello italiano) sempre assetato di gratta e vinci, di fortuna e celebrità e aspiranti scrittori: ho fatto l'ordine pensando di perdere il mio tempo.
E invece, invece è stata una deliziosa sorpresa. Dalla prima all'ultima pagina è delizioso, è uno di quei libri poco pretenziosi che ti toglie la stanchezza di dosso. E' un libro che fa ridere e sorridere, uno di quei libri che ti tiene compagnia e allena la mente a sdrammatizzare e, di sdrammatizzare gli italiani ne hanno bisogno più che mai in questo periodo. L'italiano vede nero, al massimo grigio scuro...ebbene lettori questo libro dipinge i pensieri di rosa.
Molto adatto, direi ideale, anche per i maschietti