(Genova 1620 ca - Venezia 1684 ca) scrittore italiano. Trascorse l’adolescenza in Spagna, dove forse conobbe Góngora e Quevedo. Tornato a Genova nel 1639, entrò nell’ordine dei frati minori di san Francesco di Paola e fu poi al seguito di A.G. Brignole Sale, ambasciatore della repubblica. Con lui tornò in Spagna e compì successivamente lunghi viaggi in Italia, Olanda, Inghilterra e Francia. Da ultimo si stabilì prima a Torino e poi a Venezia. Autore di poemi giocosi (La guardinfanteide, 1643), di opere di carattere religioso, di romanzi, di melodrammi e di saggi, F. fuse la sua straordinaria esperienza di letterato e di viaggiatore in una grande allegoria satirico-autobiografica intitolata Il cane di Diogene (postuma, 1689), divisa in sette «latrati». Vi si immagina che Saetta, il cane del filosofo cinico Diogene, racconti le avventure occorsegli in compagnia dei suoi successivi padroni, tutti diversi per condizione sociale, professione, mentalità e costumi. I temi prevalenti sono la polemica letteraria e la satira delle corti e dei cortigiani. Ma interessante è soprattutto la tecnica compositiva, basata sulla virtuosistica contaminazione di generi letterari (novella picaresca, bambocciata maccheronica, dialogo lucianesco ecc.) e di forme espressive (lingua dotta, dialetti, gerghi, neologismi, inserti di lingua francese e spagnola).