La frase con cui ho dato titolo a questa recensione è presa dal libro, ovvero è una frase dell'autore Ian Bostridge. Dopo tante discussioni su cosa sia l'arte e a cosa serve, questa frase è certamente un lampo nel cielo. Non provo neanche ad anticipare a cosa si riferisca. Ho letto il libro in versione digitale e quindi ne ho acquistato la versione cartacea. Mi capita con i libri più belli. Sono mescolate esperienze personali come tenore, discussioni musicologiche, storia, poesia ma anche scienza, e letteratura. Una conversazione sincera, colta senza diventare erudita, piena di umanità. E, per me, una porta di ingresso per scoprire questo oggetto misterioso che erano i lieder e che ora ascolto con un piacere che non avrei mai immaginato.
Il viaggio d'inverno di Schubert. Anatomia di un ossessione
Nel 1825, in tournée a Salisburgo, Schubert scrive al fratello di aver creato una forma d'arte inedita: "La maniera in cui Vogl canta e io eseguo l'acompagnamento, dando corpo a un unico interprete, è qualcosa di nuovo e mai udito". Nasce il Lied moderno: qualcosa di "perfetto" che sublima una pratica popolare e la indirizza verso la sua completa metamorfosi. quel "Canto della Terra" di Mahler che non vede più confini fra art song e sinfonia. Schubert compone i ventiquattro Lieder per voce e pianoforte di "Winterreise, Viaggio d'inverno", tra il 1827 e il 1828, verso la fine della sua breve vita, musicando le poesie che Wilhelm Muller aveva pubblicato nella rivista, sospetta al governo prussiano, "Urania" e nei "Deutsche Blätter. Inizia qui la storia di un'opera tra le più note e frequentate - da interpreti e ascoltatori - della musica cosiddetta classica. Ian Bostridge, uno dei massimi interpreti di Lieder di oggi, sedotto fin dall'adolescenza dalla "Winterreise", ne esplora ogni aspetto. Racconta la trama, che Schubert stesso ha volontariamente sottratto, frammentato, rendendo il suo Wanderer il suo viandante che cammina su strade innevate e ventose, bandito (o forse in fuga) da una casa calda e un tempo accogliente - un personaggio inquieto, fortemente byroniano, inevitabilmente affascinante.
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Anno edizione:2015
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
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giuliano buceti 11 febbraio 2019
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