Breve lettera a John Connolly. Buongiorno John; ho letto il tuo romanzo "Il libro di ossa". Sono un tuo fedele lettore, un tuo fan che ha divorato l'intero tuo catalogo di titoli con protagonista Charlie Parker e sono approdato al "Libro di ossa" con aspettative già soddisfatte in partenza. Ed alla fine nessun cenno di delusione, naturalmente! La tua scrittura c'era sempre, trascinante, ossessiva, inquieta, oscura, che scorre fluida e densa come un liquido plumbeo che allarga gli occhi ed allarma lo spirito. Ogni riga, ogni parola, è descrizione di irrequietezza es ansia, ogni pagina è veicolo di agitazione interiore, paura ancestrale e timore del buio dentro e fuori. Talvolta hai scelto di dilungarti, devo dire, talvolta hai indugiato in regioni dove abita la noia del troppo, talvolta mi sono perso io in universi troppo infiniti ed esoterici per non smarrire l'attenzione che la lettura dei tuoi lavori offre. Talvolta la luce nera dell' oscurantismo umano mi ha colpito più duramente di quanto mi aspettassi, ma questo è forse per colpa mia.... Ma invece l'occhio non si perde mai e nonostante un racconto articolato ed aggrovigliato in rovi oscuri e paurosi, ove difficile è districarsi per non smarrirsi, "Il libro di ossa" ha colmato la misura della mia aspettativa. Bravo e grazie ! Solo una domanda, John, fatta da un tuo fedele ammiratore : erano proprio necessarie 684 pagine ? Con affetto il tuo amico Dario Carta
