Il libro tibetano dei morti
Un classico del pensiero buddista per celebrare la ruota eterna dell'esistenza. Il testo sacro Bar-do-thos-grol risale all'VIII secolo ma fu scoperto solo nel 1917 da un viaggiatore inglese, Walter Evans-Wentz. Dopo lunghi anni di lavoro di traduzione insieme a Lama Samdup vide così la luce Il libro tibetano dei morti, titolo che ricalcava la famosa raccolta di papiri egizi collazionata qualche decennio prima da Lepsius. L'opera, che per lunghi secoli fu tramandata oralmente fra monaci ed era conosciuta come “Il libro che conduce alla salvazione dall'esistenza intermedia per il solo sentirlo recitare”, racchiude gli insegnamenti sulla vita e la morte del fondatore del buddhismo tibetano, il maestro Padmasambhava. Con formule e invocazioni aiuta il defunto a districarsi fra le insidie e le false visioni che lo sommergono, per riuscire a interrompere il ciclo delle reincarnazioni. In un crescendo di consapevolezza che deve caratterizzare anche l'esistenza terrena, l'uomo si rende conto di essere una scintilla, pura energia che appartiene al Tutto. Un grande classico, fra i trattati spirituali più suggestivi di tutti i tempi.
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Anno edizione:2024
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