Libussa. Tragedia in cinque atti - Franz Grillparzer - copertina
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Letteratura: Austria
Libussa. Tragedia in cinque atti
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Descrizione

Un classico della letteratura tedesca, Libussa di Franz Grillparzer, viene pubblicato per la prima volta in traduzione italiana nella collana Wunderkammer.

Allora verrà il tempo che ora sta finendo,
il tempo dei veggenti e di chi è dotato,
il sapere e l’utile si separeranno
e includeranno il sentimento...


Nella tragedia in cinque atti Libussa, composta fra il 1822 e il 1848, rappresentata e pubblicata postuma, Franz Grillparzer rivisita il mito della fondazione di Praga a opera di una delle tre figlie del principe Krokus, attingendo in originale autonomia alle fonti di Johann Karl August Musäus e Clemens Brentano. Libussa incarna il principio di un matriarcato rurale, statico e contemplativo. Innamoratasi del contadino Primislaus, la protagonista si rassegna alla sua concezione patriarcale mirante alla creazione di una moderna civiltà urbana, ai commerci e al progresso. In un’estrema visione palingenetica, fra l’apocalittico e l’utopico, preludio della sua fine purificatrice, Libussa profetizza in chiave antimoderna un futuro dell’umanità in cui il sapere e il profitto saranno riunificati dal sentimento. Il tragico e catartico epilogo rivela un singolare spirito dell’utopia da parte di un “rivoluzionario conservatore”, come Joseph Roth definì Grillparzer, preoccupato per gli sviluppi nefasti della modernità tecnologica e disumanizzante.

Dettagli

25 novembre 2022
130 p., Brossura
Libussa: ein Bruderzwist in Habsburg
9788857576619

Conosci l'autore

Foto di Franz Grillparzer

Franz Grillparzer

(Vienna 1791-1872) drammaturgo austriaco. Figlio di un avvocato, dovette, alla morte del padre, abbandonare gli studi di diritto. Fu precettore, e in seguito intraprese una modesta carriera statale. Brevi interruzioni alla monotonia della sua vita furono i viaggi in Italia, in Germania (a Weimar incontrò Goethe, 1826), in Francia e Inghilterra (1836), in Turchia e Grecia (1847). La prima opera di G. giunta sulle scene fu L’avola (Die Ahnfrau, 1817), un dramma fatalista che assecondava il gusto romantico dell’orrore. Seguì Saffo (Sappho, 1818), tragedia classica in giambi, che svolge con acuta penetrazione il tema della solitudine dell’artista. Nella trilogia Il vello d’oro (L’ospite, Gli argonauti, Medea; Das goldene Vliess: Der Gastfreund, Die Argonauten, Medea, 1821) G. narrò la leggenda...

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