La linea rossa. Da Gramsci a Bersani. L'anomalia della sinistra italiana
La storia italiana è caratterizzata da una serie di anomalie che ne hanno influenzato il corso. Tra queste, la politicizzazione di una parte della magistratura, che ha causato una crisi dello Stato di diritto e alimentato una conflittualità permanente tra gli organi costituzionali; la forte presenza della criminalità organizzata; il delicato ruolo geopolitico dell'Italia nel Mediterraneo; la collusione fra il capitalismo privato e lo Stato che ha prodotto il sistema di Tangentopoli; la catena di attentati dal 1969 al 1974 e l'esplosione del terrorismo di destra e di sinistra, con il conseguente "attacco al cuore dello Stato" avvenuto con l'assassinio di Moro. Ma la maggiore anomalia del nostro sistema politico rimane l'esistenza - fino alla caduta del muro di Berlino - del più grande partito comunista d'Occidente, che ha condizionato in modo determinante anche le formazioni politiche nate da quell'esperienza e che a quella tradizione si sono costantemente richiamate (PDS, DS e parte del PD). Questa è "la linea rossa" che ha attraversato la vicenda politica, sociale e culturale dell'Italia. In un grande affresco, Fabrizio Cicchitto ripercorre la storia del PCI e della sinistra postcomunista, dalle origini a oggi, analizzando le ragioni di un fenomeno tutto italiano: le figure di Gramsci, Togliatti e Berlinguer sono oggetto di una ricostruzione minuziosa, volta smontare i miti che la sinistra ha edificato grazie a un predominio incontrastato in vasti settori della cultura. Gramsci è il raffinato intellettuale dei Quaderni del carcere la cui nozione di egemonia è stata utilizzata da Togliatti per costruire la linea del "partito nuovo". Dal canto suo la via italiana al socialismo portata avanti da Togliatti era organicamente legata alle strategie di Stalin, del quale furono condivise anche le più sanguinose decisioni. Di Enrico Berlinguer l'autore dà un giudizio positivo sul piano personale, ma ne registra il fallimento politico, e inoltre individua nella battaglia per la questione morale l'origine del giustizialismo, della politicizzazione della magistratura. Furono proprio i "ragazzi di Berlinguer" - Occhetto, D'Alema, Veltroni, Violante, Folena, Salvi - a raccogliere sul piano di una spregiudicata azione politica l'originaria istanza del leader comunista, puntando a utilizzare Mani pulite e quindi l'annientamento di Craxi come strumento di conquista del potere. Questa sorta di golpe bianco fallì per la discesa in campo di Berlusconi. Fabrizio Cicchitto sottolinea come l'uso politico della giustizia, il giustizialismo teorico e pratico sono stati in un certo senso lo sbocco finale, presentato in una versione aggiornata e mistificata, dell'ideologia comunista.
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