Luce ha un caratteraccio, è cresciuta nei Quartieri Spagnoli, ha imparato a 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘧𝘪𝘭𝘢𝘳𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘯 𝘨𝘭𝘪 𝘰𝘤𝘤𝘩𝘪 𝘣𝘢𝘴𝘴𝘪. Ha costruito una corazza di “𝘧𝘦𝘮𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘢”, pronta a lottare per ciò che è giusto, a difendere se stessa ed i suoi cari. Luce è anche una donna sensibile, sempre un po’ infelice, perché la vita le ha offerto abbandoni e delusioni sin da bambina. Non è abituata alla gente che resta: come quel vecchio vicino, un po’ filosofo, che 𝘴𝘢 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘨𝘯𝘢𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘱𝘦𝘳𝘴𝘰𝘯𝘦 𝘤𝘰𝘯 𝘭𝘦𝘨𝘨𝘦𝘳𝘦𝘻𝘻𝘢; o un bambino che inconsapevolmente arriva a scombussolare le sue giornate, riscoprendo sentimenti assopiti. Lorenzo Marone ci racconta il passato e il presente di Luce, come se fossimo seduti a tavola con lei, quella tavola con la tovaglia a quadretti rossi e bianchi, dove si entra a far parte della sua famiglia improvvisata, dove si impara a non partire solo per fuggire, e a non restare solo perché non si ha il coraggio di prendere nuove strade.
