Maggio, è un bel mese per la prima classe. Prime letture di antichi registri scolastici
Dalle vecchie cantine di una scuola elementare di Parabiago, in provincia di Milano, vengono riportati alla luce registri scolastici che attraversano un intero secolo di storia: il Novecento. Gli antichi registri raccontano il faticoso eppure affascinante percorso dell’insegnare a leggere, scrivere, far di conto e documentano l’impegno ad “educare”, con le finalità che hanno contraddistinto i vari decenni, diverse generazioni di scolari. Ma gli stessi registri narrano anche storie di maestri e di bambini, di inverni così freddi da far gelare l’inchiostro nei calamai, e di primavere così miti da portare intere classi a passeggiare sulle sponde del fiume Olona. Raccontano la guerra, coi pacchi e le letterine che gli scolari spedivano ai soldati al fronte, e i continui allarmi per i bombardamenti. Parlano della scuola quando le aule erano riscaldate con stufe a legna e l’anno scolastico iniziava con una Santa Messa. Un pedagogista, uno psicoanalista e la direttrice didattica della scuola commentano alcune cronache scolastiche che vanno dal 1928 al 1948, indagando le dimensioni della didattica, degli affetti e dell’essere maestri. A dare il titolo a questo libro le parole di una Maestra, che, ad anno scolastico quasi concluso, s’interroga sul risultato del proprio lavoro domandandosi quanto ricco potrà essere il “suo raccolto”.
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Anno edizione:2010
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