Lucia Berardi è (straordinariamente) alla sua prima fatica letteraria con un esito davvero inaspettato: non soltanto l’aver vissuto e assimilato quel lessico letterario creato da Cesare Pavese e da Beppe Fenoglio che riguarda Langa e il Piemonte, ma ha saputo ridare in “Mai visto il mare” quel tono indispensabile di quella letteratura degli anni ’50, la letteratura del cambiamento epocale del Piemonte, il momento del passaggio dal mondo contadino alla grande inurbazione per quel “progresso” che stava stravolgendo e seppellendo il modo arcaico di vivere della terra, dell’agricoltura, dei riti connessi e di quelle miserie. I personaggi del romanzo di Lucia Berardi si muovono in contesti uguali e differenti nel contempo e poi crescono e diventano adulti. Esattamente come le figure dei due protagonisti, Vincenzo, figlio di contadini a cui viene affiancata un’orfana, Mara, per avere il sussidio in danaro garantito alla famiglia contadina di lui e un aiuto femminile in casa, nella stalla, nei campi. Un altro tassello ben curato nella narrazione è la proiezione di quel lessico letterario che ne diventa il trampolino di lancio: da un lato la via della città, dell’inurbamento delle lotte e delle contraddizioni che contraddistingue il personaggio femminile, concreto quanto forse più forte ad accettare la realtà delle lotte e delle sconfitte; dall’altro la via dell’artista che ha bisogno di sublimare tutta quella sofferenza in una ricerca di sé stesso a spasso per l’Europa e per il Mediterraneo con i lavori più disparati, dal raccoglitore di lavanda in Provenza, al marinaio in Sicilia salvo poi approdare al vero punto di riferimento piemontese che era e resta Parigi. Faro e approdo non finale perché poi la trama, tra le innumerevoli gemmature dei personaggi che crescono, torna a fare il punto alla cascina nella Langa con il finale: e allora il mito può finalmente nascere trasfigurando il tempo passato tra le colline.
Mai visto il mare
Tra gli anni '50 e '60, l'Alta Langa era un luogo fuori del tempo: piccole frazioni, nascoste tra roveri e castagni, dove si viveva come all'inizio del secolo, seguendo ritmi antichi e riscaldando una sola stanza. Vinx, figlio di contadini, e Mara, trovatella presa in affido per il sussidio - come ancora accadeva, tra quelle colline - sono uniti e complici, più che fratelli, in un ambiente che ignora talenti e aspirazioni. Giovanissimi, dopo un fatto che li coglie di sorpresa e li sconvolge, prendono strade diverse. Lui viaggia, diventa un artista. Lei, a Torino, cresce un figlio con un difetto fisico, vive le lotte in fabbrica e un faticoso riscatto, attraverso il femminismo. Vite che si perdono e si rincorrono in una grande storia d'amore.
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Anno edizione:2020
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