La malavita - Francesco Mastriani - copertina
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Letteratura: Italia
La malavita
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Descrizione


Un romanzo inedito del grande narratore napoletano che, per la prima volta, descrive e denuncia quel disastrato stato sociale in cui attecchisce la camorra. Se la vicenda si snoda intorno a una storia d’amore travagliata tra due giovani, sullo sfondo appaiono scene di iniziazione alla malavita e di giuramenti di fedeltà, mentre si raccontano eclatanti episodi della criminalità napoletana realmente accaduti nel quadrilatero del vizio e del delitto compreso tra le carceri e le zone più malfamate. I protagonisti sono infatti capiparanza, guappi, tamurri, affiliati, picciotti di sgarro e camorristi, attivi nella turbolenta Napoli del 1860-61. Qui troviamo la paranza del Pendino e quella della Vicaria, sgherri come Totonno il fetente e Carmine Zerr-Zerr, per non parlare di mezzane, usuraie e misere friggitrici di peperoni che, per intralciare l’arresto di un parente, organizzano una rivolta popolare… E qui conosciamo anche le regole della Società, i ventiquattro articoli del Codice della camorra e il suo vocabolario più autentico.

Dettagli

176 p., Brossura
9788868661793

Valutazioni e recensioni

  • L’Editore Guida ha pubblicato, da qualche mese, il primo dei romanzi inediti di Francesco Mastriani dal titolo “La Malavita”. Questo romanzo evidenzia quanto la delinquenza e la criminalità organizzata, a Napoli, era presente ben prima del 1860 e quanto essa sia addirittura proliferata con l’ Unita d’Italia. Mastriani può, senza ombra di dubbio, essere considerato l’antesignano della “Camorra” di Roberto Saviano che ha cominciato a parlarne solo da alcuni anni.

Conosci l'autore

Foto di Francesco Mastriani

Francesco Mastriani

(Napoli 1819-91) scrittore italiano. Fu autore popolarissimo di romanzi d’appendice (se ne contano oltre un centinaio), nei quali ritrasse le miserabili condizioni di vita del popolo napoletano attraverso la narrazione di vicende torbide, spesso derivate dalla cronaca: La cieca di Sorrento (1852), I misteri di Napoli (1875), I vermi (1862-64), La sepolta viva (1889). Ebbe a modello l’opera di E. Sue, ma tentò di prendere spunti anche dalle cronache parigine di Balzac.

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