Mani e parole della violenza
Le mani. Le parole. Un uomo. Una donna. Ecco i quattro elementi, i personaggi, gli ingredienti dello straordinario atto unico di Alessandro Bosi. Un uomo ha tragicamente strangolato una donna che diceva indicibili parole. Le mani di un uomo? Le parole di una donna? È l’uomo che ha ucciso con le sue mani? È la donna che si è uccisa con le sue parole? Nel drammatico monologo di Alessandro Bosi si trovano varie risposte, accenni di diverse risposte possibili. A volte la risposta sembra quella più tradizionale, che vede la persona, il soggetto psicologico, in una sorta di unità e identità col proprio corpo, braccia, gambe, mani, orecchie, cervello, mente. Altre volte però sembra che le mani, le parole, si emancipino dal loro ruolo strumentale, ancillare, per diventare i soggetti autonomi delle loro azioni. Non sono l’uomo, la donna, che fanno gli atti delle mani, gli atti delle parole, ma al contrario, sono gli atti di parola, gli atti delle mani che fanno gli uomini e le donne.
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Anno edizione:1994
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