Manola

"Manola" di Margaret Mazzantini non anticipa affatto nel suo titolo criptico la natura gemella del romanzo: gemella come le due antinomiche protagoniste, nate dallo stesso amplesso ma provenienti da universi completamente opposti. Si amano, più si odiano in realtà: la bella, solare, discinta Anemone, e la "pansintomatica", inguardabile, meditatrice Ortensia. Due fiori che vediamo confrontarsi, rimanendo ognuno nelle proprie pagine, grazie alla misteriosa e ambigua mediazione di quel tacito personaggio che è Manola: forse figura, forse inesistente pretesto per potersi raccontare. L'intento comico è evidente, e riesce decisamente bene (anche se comunque non si ride a crepapelle come può letterariamente succedere altrove): l'opposizione così eccessiva, la natura delle due a sua volta eccessiva non può che divertire: ma per mano del più stupido e disgustoso e parassitario personaggio dell'opera, l'uomo che nella sua colossale bruttezza le conquista follemente (è proprio il caso di dirlo) entrambe, inizia un lento stravolgimento che porterà alle intuibili conseguenze. Libro simpatico, non certo in linea col resto della produzione dell'autrice; fa un po' soffrire per il destino di Anemone, e acquista molto più senso nella dimensione teatrale per la quale effettivamente è stato concepito.