Ho deciso di leggere questa piccola raccolta di racconti perché affascinata dalla scrittura di Cognetti dopo aver letto “Le otto montagne”. Sicuramente una scrittura più giovane, inesperta, non paragonabile a quella dei romanzi ma comunque d’impatto.
Questo libro ha segnato il fortunato esordiodi Paolo Cognetti, una delle voci più interessanti della nuova narrativa italiana, autore del recente Sofia si veste sempre di nero (Selezione Premio Strega 2013). Sette racconti, sette ritratti di donna. Ragazze in lotta per l’amore, la maternità, il lavoro; donne che viaggiano, fanno carriera o ereditano fortune; donne che perdono il lavoro, vengono tradite e lasciate, provano a fare i conti con la sconfitta; che ricominciano, si ribellano, navigano a vista tra le tempeste del quotidiano. Accanto a loro uomini deboli e disorientati, privi del coraggio, dell’ironia ma anche della solitudine che circonda le loro compagne. Con uno stile asciutto e fulminante e una trama sempre avvincente, Paolo Cognetti ha scritto i capitoli di un immaginario «manuale per ragazze di successo»: sette modi di trovare o perdere la felicità, sette storie che parlano con una voce impossibile da dimenticare.
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Edizione:3
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Anno edizione:2017
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Virginia 02 gennaio 2025Diverso
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Roby79 01 gennaio 2025Una sorpresa oltre la montagna
Una bella sorpresa perché io amo e ho letto tutti i libri di Paolo Cognetti ‘di montagna’ e poi più recenti. Questo era rimasto indietro e scopro raccolta di racconti con una scrittura incalzante, diretta, più acerba ma anche estremamente autentica. Sono storie. Storie di vita, di ragazzi e ragazze, uomini e donne come noi. Imperfetti, ammaccati, sensibili ma che spesso devono mostrarsi forti. Un libro che consiglio sia agli amanti delle ‘otto montagne’ ma anche a chi non ci si è ritrovato.
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A volte raccontati da una voce femminile, altre da una voce maschile, i 7 brevi racconti di questa raccolta ruotano tutti intorno alle donne. Donne dalle speranze infrante e dai sogni diventati irraggiungibili, deluse dalla vita o dal proprio partner, sull'orlo di una crisi di nervi, eppure ancora in grado di trovare un barlume di speranza. Quelle che mi sono più piaciute sono Diana di "La ragazza che sei stata", la coppia lesbica di "Tre bambine non possono giocare insieme" e la futura madre del racconto che dà titolo al libro. Tuttavia, anch'io ho la sensazione che i racconti si interrompano bruscamente: mi sarebbe piaciuto sapere di più su queste storie, scoprire cosa fosse successo prima e come si sarebbero evolute. Del resto, io sono una di quelle persone che ama immergersi in libri chilometrici, pieni di dettagli, ancora incapace di apprezzare appieno la brevità dei racconti.
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