Nel sud-ovest dell'Andalusia, lungo le rive del fiume Guadalquivir, tra Siviglia, Jerez de la Frontera e Cadice, c'è una zona sacra, la terra promessa dei gitani. Lì, ballare, suonare, cantare il flamenco è naturale come respirare o imparare a camminare. Da questi luoghi proviene Manuel El Negro, cantaor gitano, la grazia in persona, un vortice di emozioni e inquietudine in una voce ammaliante senza confini, che non può essere ingabbiata, vincolata, braccata. La sua vita è il flamenco. Sarà il suo grande amico Melchior a raccontarci di lui, lo accompagnerà nella sua ascesa, nei suoi successi, fallimenti e nei rovesci della sorte. Perché i gitani lo sanno: l'arte non si comanda. Consacrarvi tutta la vita significa accettarne anche i rischi. Questa è la storia di un'amicizia nell'universo del flamenco che è molto più che una musica: è memoria di un popolo, uno stile di vita, una visione incantata del mondo, nutrita da migliaia di versi anonimi ereditati dalla tradizione; l'autore, che si è immerso a lungo nella realtà gitana, ha saputo raccontarla reinventando la "lingua flamenca", la sua poesia, le rivolte, l'intensa emozione che l'anima.
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Anno edizione:2016
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