La visuale è estremamente ristretta, non solo sul mondo, di cui effettivamente non è spiegato nulla, ma anche nella vita di Akhea, protagonista del libro. Ci si ritrova catapultati alla sua nascita, nel bel mezzo di un intrigo politico, ma ci si concentra nel piccolo, nel personale. Non è propramente la trama a farci passare da un momento all'altro, o almeno non la trama che ci si aspetta, non vediamo infatti molti dei classici momenti del "percorso eroico". Quella che seguiamo è la sua crescita emotiva, da bambinə impulsivə a teenager disincantatə fino a quando finalmente affronta quello da cui stava scappando. Questo focus non solo funziona con la lunghezza della novella e con il personaggio taciturno di Akeha, ma anche con il mondo stesso. Si hanno cenni al passato, a terre lontane e diverse, ad un sistema magico interessante e integrato nella politica della trama, ma si sa quanto basta per capire Akeha, e nemmeno. Essere così incentrati solo su Akeha fa perdere però un po' di interesse agli altri personaggi, che sono poco presenti e poco compresi dalla narrazione di Akeha stessə. Insomma il fatto che Akeha sia innegabilmente immischiatə in trame di importanza continentale è quasi incidentale, la storia è semplicemente quella di ləi e del rapporto con la sorella. La politica fa da sfondo in modo realistico, ed in un interessante sovversione del classico trope "personaggio comune casualmente implicato in cose più grandi del previsto che consumano la sua vita" ci troviamo davanti a problemi più comuni: il rapporto con la sorella, la presenza scostante famiglia, l'autodeterminazione e la paura di cambiamenti e possibili rifiuti. Nonostante la brevità riesce quindi a far comprendere non solo i rapporti tra i vari personaggi ma anche le principali forze politiche in gioco tutto attraverso una prosa essenziale ma perfettamente descrittiva, un ottimo inizio e solida base per una saga!
